Il vaccino per il coronavirus non uscirà per tutti: la casa farmaceutica Sanofi avrebbe stipulato un accordo preliminare con gli Stati Uniti garantendogli una fornitura prioritaria.
Il vaccino per il coronavirus potrebbe non essere disponibile per tutti. La causa farmaceutica francese Sanofi, in prima linea per la ricerca di un antidoto, avrebbe stipulato un accordo preliminare con gli Stati Uniti, in cui gli concede un accesso prioritario alla fornitura dei vaccini. In passato il presidente Trump aveva già affermato di volere un vaccino in esclusiva per il suo Paese.
Tra gli Stati di tutto il mondo è partita una corsa al vaccino che ha scaturito anche delle vere e proprie rappresaglie, come è accaduto a marzo, quando gli Stati Uniti hanno bloccato una spedizione di mascherine dirette in Germania.
Vaccino non per tutti, priorità agli USA
Qualora venisse trovato un vaccino dalla Sanofi, la priorità di approvvigionamento verrebbe data agli Stati Uniti, rendendo l’antidoto introvabile per molti altri Paesi. La shockante notizia è trapelata nel corso di un’intervista per Bloomberg, durante la quale il CEO dell’azienda avrebbe dichiarato che “avendo investito di più”, Washington ha diritto a una “ordinazione prioritaria più consistente”.
Questa affermazione ha generato l’indignazione di molti esponenti politici, prima fra tutti la sottosegretaria all’economia francese, Agnès Pannier-Runacher, che l’ha definita inammissibile aggiungendo che “sarebbe inaccettabile un accesso al vaccino privilegiato da parte di un Paese o un altro per ragioni pecuniarie”. Riguardo alla questione si è espressa anche la Commissione Europea affermando che “il vaccino contro il Covid deve essere un bene pubblico, il suo accesso sarà equo e universale”.
Il parziale dietrofront di Sanofi
In un primo momento la Sanofi ha mantenuto la sua posizione, facendo pesare agli Stati membri dell’Unione il fatto che abbiano contribuito molto poco a livello economico, continuando a sostenere la posizione: “chi più paga, più ottiene”.
In seguito il presidente dell’azienda farmaceutica, Oliver Bogillot, ha fatto un mezzo passo indietro, affermando che “in questo periodo gli americani sono efficaci” e che “se anche l’Europa lavorerà rapidamente come gli americani” nel sostenere la ricerca, potrà ottenere il vaccino allo stesso tempo.
“Gli Stati Uniti hanno già previsto di versare centinaia di migliaia di euro, mentre con le autorità europee siamo ancora a livello di pourparler” continua Bogillot, assicurando che comunque “ci saranno dosi sufficienti per tutti”.
Questa affermazione non è del tutto esatta, dal momento che anche se tutte le fabbriche di tutto il mondo lavorassero a pieno regime, si riuscirebbero a produrre solo 5 miliardi di dosi all’anno, e dunque non sarebbe possibile garantire una copertura mondiale nel breve tempo.
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