Secondo Matteo Bassetti nei prossimi giorni si registreranno “migliaia di casi di vaiolo” delle scimmie: ecco quanto è pericoloso per gli uomini il Monkeypox e quanto è efficace il vaccino.
Il vaiolo delle scimmie è arrivato anche in Italia. Il primo caso è stato registrato nella giornata del 19 maggio: si tratta di un ragazzo tornato dalle Canarie. Le sue condizioni, comunque, non sembrano preoccupare l’ospedale Spallanzani di Roma, dove è ricoverato il giovane. I casi sono saliti in totale a tre e sono tutti ragazzi in cura allo Spallanzani.
Il vaiolo delle scimmie, conosciuto come Monkeypox, è una malattia virale simile al vaiolo che si è diffuso in Europa soprattutto nell’Ottocento, ma è ritenuta meno pericolosa. La scoperta di alcuni casi in Europa, e ora anche in Italia, suscita qualche preoccupazione per il timore di una maggiore diffusione di questa malattia.
In particolare c’è già chi, come il direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ipotizza che nei prossimi giorni potremmo arrivare a registrare qualche migliaio di casi. Ecco cosa prevedono gli esperti e quanto può essere pericoloso il vaiolo delle scimmie.
Migliaia di casi di monkeypox: la previsione di Bassetti
Bassetti, intervenendo a Un giorno da pecora su Radio 1, spiega che finora sono stati accertati una ventina di casi, ma “ne vedremo molti di più: arriveremo a qualche migliaio”. All’Adnkronos Salute, Bassetti sottolinea che ora il problema deve essere affrontato a livello europeo e globale, non facendo errori sul tracciamento per fermare i focolai.
In ogni caso il vaiolo delle scimmie è molto più leggero di quello degli uomini per i sintomi che si manifestano, spiega ancora Bassetti. La trasmissione avviene attraverso il respiro, “ma solo se si sta molto vicini”.
Quanto è pericoloso il vaiolo delle scimmie
Il contagio, nel caso del vaiolo delle scimmie, avviene per contatto con animali infetti o persone che hanno soggiornato nelle zone a rischio. Si può trasmettere attraverso lesioni, fluidi corporei, goccioline e indumenti contaminati. Il tempo d’incubazione va dai 5 ai 21 giorni.
Generalmente il vaiolo delle scimmie non è molto pericoloso: il tasso di mortalità è stimato all’1% per il ceppo dell’Africa occidentale, ma sale al 10% per quello del bacino del Congo. Ovviamente su questi dati influisce molto il fatto che le zone finora più colpite hanno sistemi sanitari carenti e il tasso di mortalità può essere più alto.
Per quanto riguarda le persone più a rischio, secondo l’immunologa Antonella Viola il problema riguarda soprattutto i bambini e gli adulti nati dopo il 1981. Anche se, assicura, i contagi sono ancora pochi e non bisogna creare allarmismo.
Non c’è, invece, una cura specifica, come sottolinea Bassetti. Solitamente - prosegue - “queste forme si autolimitano, hanno una durata e poi si risolvono. I rischi sono quelli di un’infezione intra-umana, ovvero che ci possa essere trasmissione a più persone se esce da questi cluster”.
Il vaccino contro il vaiolo è sufficiente?
Il virus del Monkeypox è simile al vaiolo umano e per questo il vaccino contro il vaiolo dovrebbe offrire una buona protezione. “Il vaccino del vaiolo funziona, chi non l’ha fatto non è coperto”, spiega Bassetti.
Il problema è che il vaccino del vaiolo in Italia non si fa più dagli anni Ottanta. Dopo essere stato introdotto nell’Ottocento, infatti, in Italia l’obbligo di vaccino contro il vaiolo è stato sospeso nel 1977 e abolito nel 1981, dopo che l’Oms (nel 1979) ha dichiarato eradicata la malattia. Chi è nato dopo il 1981, quindi, non è coperto dal vaccino.
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