Variante Omicron, quando fare terza e quarta dose. Il piano del governo

Emiliana Costa

29/11/2021

La variante Omicron potrebbe sfuggire al vaccino. Quando fare allora la terza (e forse quarta) dose? Il piano del governo Draghi.

Variante Omicron, quando fare terza e quarta dose. Il piano del governo

La variante Omicron continua a far paura. Con le sue 32 mutazioni e la possibilità che sfugga ai vaccini, i paesi di tutto il mondo prendono provvedimenti. Il paziente zero italiano presenta sintomi «lievi» e si dice «felice» di essersi vaccinato. Nel frattempo Pfizer annuncia un nuovo vaccino ad hoc per Omicron in 100 giorni.

La variante sudafricana è arrivata in Italia nel bel mezzo della campagna per la terza dose. Quando i contagi hanno ricominciato a salire a causa della diminuzione dell’efficacia dei vaccini dopo sei mesi e l’inizio della stagione invernale. Ma qual è il piano del governo? La variante Omicron interferisce con il richiamo del vaccino? E c’è già chi inizia a parlare di quarta dose. Entriamo nel dettaglio.

Terza dose fondamentale contro Omicron

In un’intervista al Sole 24 Ore sulla variante Omicron, il microbiologo Guido Rasi, consulente del commissario per l’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo, consiglia «calma e razionalità» e invita tutti a fare la terza dose. «La reazione di fronte a questa nuova variante - dice Rasi - forse è stata isterica, non razionale. La preoccupazione è giusta, ma ne sappiamo ancora troppo poco. Ora la gente non deve pensare che è meglio rinviare la terza dose per aspettare un nuovo vaccino, anche perché in Italia abbiamo la Delta che può fare ancora migliaia di morti e contro la quale bisogna proteggersi, anche perché nella migliore delle ipotesi ci vorranno almeno 6 mesi per arrivare a fare le prime somministrazioni di un vaccino modificato per la variante Omicron».

Insomma, Rasi invita a non ritardare la terza dose. Anzi a farla entro i termini stabiliti (dopo 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario) per proteggerci dalla variante Delta ancora preponderante in Italia.

Ma cosa occorre fare dunque per contenere la diffusione di Omicron? «Innanzitutto bisogna raccogliere dati, tracciare i positivi e sequenziare il più possibile i tamponi in tutte le regioni per identificare la presenza in Italia. Poi, continuare con le vaccinazioni senza rinviare la terza dose in attesa di un nuovo vaccino. Oggi la variante Delta è quella prevalente e stiamo registrando un calo dell’immunità della popolazione e quindi bisogna proteggersi contro quello che è presente ora in Italia e che rischia di fare ancora decine di migliaia di vittime».

Quarta dose sempre più probabile, la posizione di Locatelli

Sulla stessa lunghezza d’onda di Rasi, Franco Locatelli, coordinatore del Cts. «La terza dose per fronteggiare la variante Omicron - ha spiegato in un’intervista a Sky tg 24 - è assolutamente necessaria. Da somministrarsi completati i cinque mesi dalla somministrazione serve sia per ripristinare il massimo dell’efficacia della protezione immunologica conferita dal vaccino, ma anche per ridurre la circolazione virale. Non postporrei minimamente la somministrazione della dose booster in attesa di un vaccino adattato ad eventuali varianti che stanno emergendo o dovessero in futuro emergere».

Locatelli parla anche di una possibile quarta dose di vaccino. «Non sappiamo quale sarà la protezione conferita dalla terza dose. Per analogie con pregressi vaccini la terza dose genera una risposta di memoria più efficace ma da qui a dire che ci conferirà una protezione che dura per anni ce ne corre. Una quarta dose non è escludibile. Non si può dire con certezza in questo momento che verrà somministrata, ma non si può neanche escludere. Più che mai la scienza deve basarsi sulle evidenze che progressivamente si accumulano».

Variante Omicron, il piano del governo Draghi

In un’intervista sulla variante Omicron al Corriere della Sera, il ministro Speranza ha rassicurato dicendo che la «strategia non cambia». Per difendersi dalla variante sudafricana bisogna "vaccinarsi. E indossare sempre la mascherina al chiuso e anche all’aperto quando c’è il rischio di assembramento».

Per quanto riguarda i vaccini, Speranza ripete che continuano a essere l’arma fondamentale contro il coronavirus. «Dobbiamo continuare a crederci - ha spiegato il ministro ai microfoni di Zapping su RadioUno - sono l’arma fondamentale. Senza vaccino avremmo numeri terrificanti e dobbiamo insistere, con ogni energia».

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