Verbali BCE: cosa è successo davvero nelle due riunioni di marzo

C. G.

9 Aprile 2020 - 13:55

I verbali BCE sotto i riflettori: cosa è successo davvero nei due meeting di marzo?

Verbali BCE: cosa è successo davvero nelle due riunioni di marzo

I verbali BCE sono stati finalmente pubblicati.

L’istituto di Christine Lagarde ha alzato il velo sulle discussioni avute dal Consiglio Direttivo nelle ultime riunioni di marzo, durante le quali sono state comunicate diverse (a volte inattese) novità di rilievo.

Le recenti settimane sono state particolarmente impegnative per la banca, anch’essa alle prese con il coronavirus come il resto del mondo. I verbali BCE di oggi, però, hanno fornito indizi aggiuntivi sulle considerazioni del Consiglio formulate sia nella riunione del 12 marzo che in quella straordinaria del 18.

Verbali BCE 12 e 18 marzo: cosa è emerso dalle minute?

Dalle minute è emersa una considerazione già diffusa: la pandemia di coronavirus ha rappresentato un grave shock per l’economia e il suo impatto è stato difficile da valutare, almeno sulla base delle informazioni disponibili. Da qui la necessità di continuare a monitorare i dati in entrata.

Il sentiment di avversione al rischio è cresciuto enormemente. Di conseguenza, i prezzi azionari globali sono fortemente diminuiti nelle economie avanzate e dei mercati emergenti, cosa che ha portato a un inasprimento delle condizioni finanziarie.

Il prezzo del petrolio è crollato, mentre l’euro è riuscito in qualche modo a resistere. Gli ultimi indicatori, però, hanno suggerito un considerevole peggioramento dell’outlook di breve termine vista l’interruzione delle catene di approvvigionamento, la sofferenza del manifatturiero e le necessarie misure di contenimento del coronavirus.

Tutti i membri del Consiglio Direttivo hanno concordato sulla necessità di rispondere all’emergenza COVID-19 con misure di politica monetaria più imponenti.

“C’è stato un accordo unanime sulla necessità di azioni coraggiose e decisive per contrastare i gravi rischi posti da un coronavirus in rapida diffusione.”

Dai verbali BCE è emerso anche un ampio grado di intesa sulla flessibilità delle nuove misure annunciate ma alcuni membri hanno espresso riserve sul lancio di nuovo programma di acquisto di asset dedicato.

“Ampio sostegno è stato espresso in favore del pacchetto di misure proposto dall’onorevole Lane, con differenti opinioni su elementi specifici del progetto.”

Secondo l’istituto, il peggioramento delle prospettive per attività economica e inflazione, oltre che il conseguente calo delle aspettative, potrebbero portare ad un aumento dei tassi di interesse reali.

La risposta messa in campo per fronteggiare il coronavirus ha sottolineato l’impegno della banca a fare tutto il possibile e ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per salvaguardare l’economia e la stabilità dei prezzi.

Cosa è accaduto nel frenetico mese di marzo

I verbali di oggi hanno fatto chiarezza sulle decisioni prese dal Consiglio Direttivo in due riunioni distinte, prima fra tutte quella del 12 marzo, durante la quale l’istituto di Christine Lagarde ha tenuto fermi i tassi di interesse, ha esteso la portata del Quantitative Easing e ha comunicato nuove misure anti-coronavirus (come le nuove aste TLTRO).

Al mercato, però, non sono piaciute alcune dichiarazioni della donna, che nel corso della conferenza ha tuonato: “non siamo qui per ridurre gli spread”. Immediate le polemiche che si sono spinte tanto oltre da arrivare a chiedere le sue dimissioni.

In molti, tra le altre cose, hanno giudicato insufficiente la risposta della banca centrale all’emergenza coronavirus. Le sorprese, però, sono arrivate qualche giorno dopo, per cui i verbali BCE di oggi hanno preso in considerazione non uno, ma due meeting.

Il 18 marzo, nel mezzo di una riunione straordinaria convocata d’urgenza, l’istituto centrale ha fatto un passo avanti comunicando l’introduzione di un nuovo e imponente Quantitative Easing dal valore di 750 miliardi di euro che durerà fino alla fine dell’anno.

Il 26 del mese la decisione senza precedenti di dare il via a un QE senza limiti di acquisti, dunque senza il tetto del 33% sui titoli di ogni Paese.

I verbali BCE di oggi hanno tentato di far luce sull’insolita situazione venuta a delinearsi in Eurozona a causa del coronavirus. Arrivederci dunque al prossimo meeting.

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