Le previsioni di Goldman Sachs sul trend di Wall Street, dopo i forti rialzi degli ultimi anni.
Incidete nella vostra memoria i guadagni stratosferici che Wall Street ha riportato in quest’ultimo decennio, visto che il momento d’oro, per l’azionario Usa, è vicino al capolinea. Parola degli strategist di Goldman Sachs, che hanno scritto in una nota di stimare, per l’indice benchmark di Wall Street S&P 500, un trend, per i prossimi 10 anni, che non avrà nulla a che vedere con il rally dell’ultimo decennio, pari a ben +13%. E neanche con la performance, in media, di lungo termine, pari a un guadagno dell’11%.
L’outlook, a confronto, è quasi deprimente: gli strategist prevedono infatti un rialzo complessivo nominale, a ritmo annualizzato, pari ad appena +3% nel corso dei prossimi 10 anni.
Le previsioni non si fermano qui: Kostin & Co. intravedono anche una probabilità pari al 72% che lo S&P 500 riporti un trend peggiore di quello dei Treasury, ovvero dei titoli di stato Usa.
“Gli investitori dovrebbero trovarsi prepararsi a rialzi dell’azionario, nel corso del prossimo decennio, con un trend nella parte bassa della performance che viene di solito riportata”, si legge in una nota firmata dagli esperti di Goldman Sachs.
Per avere un’idea dei buy che si sono riversati a Wall Street in quest’ultimo decennio, vale la pena di ricordare che è dagli anni successivi alla crisi finanziaria globale che, complice il contesto dei tassi di interesse a zero e le scommesse su una crescita dell’economia resiliente, la borsa Usa ha continuato a macinare solidi rialzi. Tanto che, stando ai dati che sono stati raccolti da Bloomberg, lo S&P 500 ha incassato un rialzo, in otto di questi ultimi 10 anni, superiore all’azionario del resto del mondo.
Detto questo, è uno stesso articolo di Bloomberg a far notare che i guadagni di quest’anno sono stati sostenuti dalla performance stellare di poche società attive nel settore tecnologico.
In ogni caso, guardando avanti, gli strategist di Goldman Sachs prevedono che, nell’arco del prossimo decennio, l’indice S&P 500 equal weight, che attribuisce lo stesso peso alle 500 azioni dello S&P 500 riporterà un trend migliore dell’indice ponderato per la capitalizzazione di mercato e che, anche se il rally dovesse rimanere concentrato, il rialzo, per il listino, sarebbe inferiore a quello della media storica, pari al 7% circa.
Wall Street sembra intanto avviata ad iniziare la nuova settimana di contrattazioni con i piedi di piombo, dopo i buy della scorsa settimana, che hanno portato lo S&P 500 a salire per la sesta settimana consecutiva, riportando così la fase rialzista più lunga dell’anno.
L’indice ha segnato anche nuovi valori assoluti, così come il Dow Jones. Nel pieno della stagione delle trimestrali, la sostenibilità del rally dipenderà ovviamente dalla capacità degli utili della Corporate America di battere le stime degli analisti.
Questa settimana sarà particolarmente affollata di novità dal fronte societario, visto che circa 1/5 delle società scambiate sullo S&P 50 pubblicherà nei prossimi giorni i conti del terzo trimestre del 2024.
Finora, le trimestrali non hanno dato grandi motivi di preoccupazione ma, al tempo stesso, non si sono confermate neanche esaltanti: del 14% circa delle società dello S&P 500 che hanno annunciato i risultati di bilancio, il 79% ha battuto le attese, in misura tuttavia poco significativa.
Tornando alle previsioni di Goldman Sachs, le previsioni non saranno brillanti, almeno per il prossimo decennio, ma per il prossimo anno rimangono ben solide.
Alla metà di settembre gli strategist del colosso di Wall Street avevano scritto infatti di prevedere per l’S&P 500 un valore a quota 6.000 punti nei 12 mesi successivi, confermando contestualmente un target a 5.600 punti per la fine di quest’anno.
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