Zona gialla, le regioni che rischiano con i nuovi parametri

Fiammetta Rubini

23/07/2021

Quali regioni passano in zona gialla secondo le nuove regole previste per il cambio colore? Non solo incidenza dei contagi: ricoveri e terapie intensive saranno cruciali.

Zona gialla, le regioni che rischiano con i nuovi parametri

Quali regioni rischiano la zona gialla con i nuovi parametri per il cambio colore? Il governo ha approvato il decreto che oltre a estendere l’uso obbligatorio del green pass cambia i criteri con cui una regione diventa gialla, arancione o rossa, ed emerge il timore di dover tornare a maggiori restrizioni in estate.

Essere in zona gialla significa obbligo di mascherina all’aperto, tavoli da massimo 4 persone al ristorante, divieto di mangiare al chiuso e limiti sulle visite a casa di amici e parenti.

Ebbene, con i nuovi criteri sui colori diverse regioni in bilico per via dell’alto numero di contagi eviteranno il passaggio in zona gialla dal 26 luglio. Occhi puntati, però, su due regioni che sul fronte ospedalizzazioni potrebbero rischiare più di altre la retrocessione nella fascia gialla.

Quali regioni rischiano la zona gialla

Sicilia, Sardegna, Lazio e Veneto che nell’ultimo report avevano un’incidenza superiore ai 50 casi settimanali su 100mila abitanti eviteranno il passaggio in zona gialla. Questo perché secondo il nuovo decreto legge anti-Covid del 22 luglio accanto all’incidenza di contagi si considererà il tasso di ospedalizzazione, che finora è basso ovunque.

In base ai nuovi parametri, con un’incidenza tra i 50 e i 150 casi ogni 100mila abitanti può scattare la zona gialla se il tasso di occupazione delle terapie intensive superiore al 10% e dei reparti ospedalieri superiore al 15%. Se questi due valori non vengono superati si può restare in fascia bianca.

Ma si entra in zona gialla anche con più di 150 nuovi casi settimanali e un tasso di occupazione delle rianimazioni di non oltre il 20% o quello dei reparti ordinari non superiore al 30%. Se entrambe le soglie sono superate scatta la zona arancione.

Occhi puntati su Sicilia e Calabria

Al momento tutte le regioni registrano dati inferiori alla soglia, e anche in quelle con un numero più alto di contagi il tasso di ricoveri fa dormire sonni tranquilli.

Sotto osservazione Sicilia e Calabria dove, nonostante un’incidenza dei contagi bassa, la soglia di occupazione dei letti in terapia intensiva e dei reparti ordinari più alta della media nazionale. Terapie al 3% in entrambe le regioni, reparti ordinari al 5% in Sicilia e al 6% in Calabria. Numeri che quindi consentono di restare in fascia bianca in quanto ben al di sotto delle soglie del 10% e del 15% fissate dal nuovo provvedimento.

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