9 giorni di lavoro e 5 liberi con lo stesso stipendio: come funziona l’alternativa alla settimana corta

Luna Luciano

19/03/2023

Nasce un nuovo modello flessibile e alternativo alla settimana corta (4 giorni su 7). La riduzione dell’orario avviene su base bisettimanale, ma quali sono i pro e i contro?

9 giorni di lavoro e 5 liberi con lo stesso stipendio: come funziona l’alternativa alla settimana corta

Non solo settimana corta. Nascono nuovi modelli alternativi alla settimana lavorativa di quattro giorni che prevede una riduzione del carico di lavoro ma con la stessa retribuzione e soprattutto mantenendo gli stessi livelli di produttività, come quello bisettimanale.

Ormai la settimana corta non è più solo teoria ma una concreta opzione da prendere in considerazione durante la pianificazione del lavoro dei dipendenti, specialmente dopo il successo ottenuto dall’esperimento nel Regno Unito, durato ben 6 mesi.

Le aziende inglesi hanno, infatti, notato un aumento della produttività e anche maggiore interesse da parte dei potenziali dipendenti, mentre i lavoratori hanno confermato che questo nuovo modello ha migliorato nettamente la qualità di vita, riducendo lo stress psicofisico e il bornout.

Eppure, non tutte le aziende sembrano convinte, persistono preoccupazioni su alcuni fattori come il profitto o (addirittura) l’ulteriore pressione per i lavoratori a causa di un carico di lavoro giornaliero più elevato e la necessità di essere disponibili per i clienti durante tutto l’orario di lavoro standard.

Ecco, quindi, che alcune aziende hanno adottato un modello di riduzione del lavoro alternativo su base bisettimanale che vede 9 giorni di lavoro e 5 liberi: alternando una settimana standard e una corta. Alcune aziende hanno riscontrato subito risultati positivi, altre no. Ecco come funziona e quali sono i pro e i contro.

9 giorni di lavoro e 5 liberi: come funziona l’alternativa alla settimana corta

Il nuovo modello di riduzione del carico di lavoro su base bisettimanale è molto interessante in quanto vede l’alternarsi di una settimana di lavoro standard (5 giorni) e una settimana corta (4 giorni), ciò vuol dire che su 14 giorni, 9 sono giorni lavorativi e 5 sono giorni liberi.

Ogni due settimane, i dipendenti avrebbero quindi un giorno libero in più, spesso un venerdì. Per far ciò alcune aziende hanno chiesto ai dipendenti di lavorare ore in più durante gli altri giorni - in modo da “spalmare” un giorno lavorativo sugli altri quattro - mentre altre non ne vedono la necessità fintantoché i livelli di produttività rimangono gli stessi.

Otta, una tech company, è una delle tante aziende che stanno attualmente sperimentando questo modello di lavoro, con l’idea che nel caso in cui questo modello dovesse aver successo si potrebbe prendere in considerazione l’opzione di adottare definitivamente la settimana corta. Questo modello bisettimanale, quindi, oltre a essere un’alternativa potrebbe rappresentare una fase di passaggio e ponte dalla settimana standard a quella corta.

9 giorni di lavoro e 5 liberi: quali sono i pro e i contro?

Non tutte le aziende che hanno adottato il modello 9 giorni lavorativi e 5 liberi hanno riscontrato gli stessi benefici, questo molto spesso dipende dall’azienda e dalle sue attività, ma è comunque opportuno evidenziare quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi di questo modello.

Vantaggi

I vantaggi del modello bisettimanale, in realtà, sono simili a quelli della settimana corta. E quindi troviamo stessi se non maggiori livelli di produttività, soddisfazione e miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti, i quali ritrovano un maggio equilibrio tra lavoro e vita privata. A notarlo sono state tra le aziende la Otta e la società di software Charlie HR. Non solo. In alcuni casi questa alternanza crea un maggior equilibrio in quanto non vi è la pressione di dover realizzare ciò che si è sempre fatto in 5 giorni in 4 costantemente.

Svantaggi

Alcune aziende sostengono che il modello bisettimanale - così come quello della settimana corta - non può essere applicato a tutte le aziende. A sottolinearlo è stata la società di pubbliche relazioni Stand, con sede a Londra. Se infatti alcuni vantaggi erano emersi come il benessere mentale dei dipendenti, dall’altro si sono riscontrati alcuni inconvenienti. I clienti avevano il bisogno di raggiungere i dipendenti dell’azienda ogni giorno e quindi l’azienda ha dovuto stabilire dei turni di rotazione, ma questo ha complicato il lavoro di team, in quanto ognuno lavorava con scadenze diverse, aumentando lo stress dei dipendenti.

Per tale motivo Stand ha adottato un ulteriore schema alternativo di 4 giorni e mezzo: il venerdì tutti chiudono alle 13.00, tranne una persona per team che tiene d’occhio le e-mail importanti. Eco quindi che i modelli presentati come “flessibili” potrebbero non essere adatti a tutte le aziende, le quali però potrebbero comunque cercare delle soluzioni per ridurre il carico di lavoro.

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