In Cina torna l’allerta Covid con la variante Delta che si sta diffondendo nelle principali città: in corso screening di massa per milioni di persone e scuole chiuse.
“Il focolaio più esteso dopo quello di Wuhan”. Così i media in Cina hanno descritto il cluster scoppiato all’aeroporto di Nanchino, che ha fatto subito scattare l’allarme Covid visto che il contagio si è subito esteso in diverse altre città del Paese tra cui anche Pechino, dove erano sei mesi che non si registravano nuovi casi.
Tutto è nato all’interno dell’aeroporto transnazionale di Nanchino, quando lo scorso 20 luglio nove lavoratori, probabilmente reduci da un volo dalla Russia, sono risultati positivi al Covid.
In pochi giorni, in tutta la Cina i contagi riconducibili a questo focolaio sono subito saliti a quasi 200, mentre i casi più gravi sarebbero soprattutto a Nanchino dove sette persone sono state definite in gravi condizioni.
Vista la rapidità della diffusione, il governo cinese ha predisposto la chiusura dello scalo, uno dei più trafficati del Paese, mentre a Nanchino è da giorni partito uno screening di massa che sta coinvolgendo 9,3 milioni di abitanti.
Anche a Zhangjiajie, una rinomata città da 1,2 milioni di abitanti situata nella provincia dello Hunan, dopo solo pochi casi di positività è subito scattata la chiusura di tutti i siti turistici e l’obbligo di effettuare un tampone per la popolazione.
Sempre nella provincia dello Hunan, chiuse anche tutte le scuole mentre si sono registrati sette nuovi casi anche a Wuhan: a risultae positivi sono stati sette lavoratori stranieri.
Il Covid in Cina
Un modo questo di affrontare l’emergenza sanitaria ormai diventato prassi in Cina: da quando la diffusione del Covid è sotto controllo nel Paese dopo lo scoppio della pandemia proprio a Wuhan, il Governo al primo focolaio è sempre intervenuto con misure drastiche imponendo immediati screening di massa.
Stando ai dati forniti dalla Johns Hopkins University, da quando è iniziata la pandemia in Cina in totale sono stati registrati 104.000 casi di positività al Covid e poco meno di 5.000 decessi.
Numeri questi nettamente inferiori a quello degli altri grandi del pianeta, con il contenimento dovuto alle ferree misure messe in campo dal Governo che ha sempre puntato sul circoscrivere subito ogni minimo focolaio nel Paese.
Al tempo stesso, utilizzando in via emergenziale i vari vaccini che hanno avuto fino a questo momento il via libera da parte delle autorità di Pechino, in Cina sono state somministrate finora 1,6 miliardi di dosi, con 223 milioni di cittadini totalmente immunizzati.
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