Allarme farmaco Parvulan: utilizzato contro il Covid, ma per gli esperti è pericoloso

Luna Luciano

11/09/2021

Cure alternative per il Covid-19 che si rivelano pericolose se non fatali. È il caso del Parvulan, un farmaco importato dal Brasile ma illegale in Italia.

Allarme farmaco Parvulan: utilizzato contro il Covid, ma per gli esperti è pericoloso

Un batterio che dovrebbe proteggere il corpo, aumentare le difese immunitarie e respingere il Covid: niente di più falso. Il batterio Corynebacterium Parvum, contenuto in un medicinale importato dal Brasile, è in realtà un patogeno che, secondo i medici, causa forti disturbi intestinali come gravi diarree.

Se molti hanno manifestato poca fiducia nei vaccini, i No Vax non sembrano aver paura di questo batterio contenuto nel medicinale Parvulan. È da mesi, infatti, che nei siti se ne parla e viene presentato come “enorme amplificatore per le difese immunitarie dell’organismo”.

Davanti a questa situazione alcuni esperti e l’Aifa sono scesi in campo per dissolvere ogni dubbio.

Parvulan: chi è a favore in Italia del farmaco

La somministrazione del Parvulan è caldamente sostenuta da un medico di Modena: Beniamino Palmieri, professore in pensione della facoltà di Medicina. Palmieri è uno strenuo sostenitore del gruppo di scettici “Movimento 3V. Vaccini Vogliamo Verità”. Il Parvulan sarebbe somministrato con tre punture, una al giorno; nel caso in cui il paziente sia positivo si arriverebbe a somministrare addirittura 10 iniezioni.

Palmieri avrebbe in progetto di fornire il medicinale a ben 10mila volontari, raccogliendo i dati per condurre uno studio statistico e dialogare con le autorità sanitarie ministeriali.

Il procedimento in sé potrebbe sembrare una semplice sperimentazione ma per Palmieri è ben altro. L’inoculazione del farmaco dovrebbe bastare per far ricevere al paziente un “green pass alternativo”: il “Certificato di trattamento con finalità antivirali”.

Oltre al medico e ai No Vax si aggiunge pure la voce di un senatore del gruppo “Forza Italia Berlusconi Presidente”, il modenese Enrico Aimi, che ha presentato alcune interrogazioni parlamentari. Infatti, secondo il senatore, durante le interrogazioni di novembre e giugno bisognerebbe considerare la stimolazione “dell’immunità innata dell’organismo” e il Parvulan, secondo il suo modesto parere, sarebbe “un presidio di maggiore sicurezza” rispetto al piano vaccinale.

Parvulan cosa dicono gli esperti

Con l’aumento delle importazioni dal Brasile del medicinale e il dibattito creatosi attorno, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) è dovuta intervenire mettendo in guardia dal pericolo del Parvulan.

L’Aifa ha in vero diramato una nota di allarme. Il batterio, illegale in Italia, viene prodotto in Brasile per contrastare l’acne e l’herpes zoster (il fuoco di Sant’Antonio), quindi la somministrazione del medicinale nella profilassi del Sars-CoV-2 non è sostenuta dalla benché minima evidenza scientifica per efficacia o sicurezza. Risulta quindi essere un potenziale pericolo per la salute.

Sono molti i medici e gli esperti scesi in campo per spiegare cosa sia il Parvulan e se serva o meno. Per Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri, il Parvulan è un prodotto indicato “per molto, ma completamente inutile”.

Andrea Cossarizza, immunologo dell’università di Modena e Reggio Emilia, ha ingiunto di non utilizzare a caso prodotti per il sistema immunitario “che potrebbero creare problemi in caso di contagio”.

Allarme farmaci sbagliati usati per curare il Covid

La storia del Parvulan, purtroppo, non è un caso isolato. Altri farmaci sono stati impiegati a sproposito e in maniera scorretta contro il Covid.

Gli Stati Uniti, infatti, hanno registrato in questo periodo vari ricoveri per overdose di Ivermectin, un farmaco usato contro i vermi intestinali. Anche in questo caso il farmaco era promosso dagli ambienti repubblicani e No Vax. Tutto nasce da un’ipotesi suggerita da alcuni studi, ma poi smentita durante la sperimentazione.

Per questo motivo sono aumentate le richieste di prescrizione del farmaco e per aggirare l’obbligo della ricetta i pazienti si sono rivolti alle farmacie veterinarie. I Centers for Disease Control (Cdc) hanno raccontato di uomo che ha bevuto una dose del farmaco formulato per essere iniettato nei bovini, finendo in ospedale per nove giorni. Adesso è fuori pericolo.

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