Ad armare la mano del garante lussemburghese il mancato rispetto della normativa sulla protezione dei dati nell’UE da parte di Amazon.
Pesante storno nell’after hours per il titolo Amazon, quotato sull’indice tech Nasdaq. Prima i conti dell’ultimo trimestre, tornati a deludere i mercati dopo tre anni a causa dell’impatto del progressivo smantellamento delle restrizioni anti-Covid sull’e-commerce, poi - nel pomeriggio italiano - la notizia della maxi-multa comminata dall’UE al colosso di Seattle, al termine di un lungo procedimento.
Amazon, multa record da €746 milioni dall’UE. Cosa è successo
A darne l’annuncio, in un filing, la stessa Amazon, multata per 746 milioni di euro (887 milioni di dollari) dalla Luxembourg National Commission for Data Protection, il garante lussemburghese per la protezione dei dati. La decisione dell’authority, con cui Amazon si è detta «fortemente in disaccordo», affonda le sue radici nella violazione accertata delle norme UE sulla privacy (sotto la lente soprattutto la raccolta e l’uso dei dati personali degli utenti), e segue l’approvazione degli altri Paesi del blocco continentale.
L’indagine risale al 2018, quando il Gruppo francese per i diritti alla privacy La Quadrature du Net fece partire una denuncia contro la società di Bezos, ed è sfociata in quella che rappresenta la più alta sanzione mai inflitta per la violazione del GDPR, ben oltre i 425 milioni che si ipotizzavano solo lo scorso mese. L’UE rimane dunque un territorio minato per il colosso tech, visto che a giugno la Commissione europea è tornata a puntare il dito contro i gatekeeper - come Google, Apple e, appunto, Amazon - che soffocano la concorrenza nell’Unione, caldeggiando nuovi interventi.
Amazon respinge le accuse
Amazon, che tra l’altro ha il suo quartier generale proprio nel Granducato lussemburghese, ha affermato in una nota che «la decisione relativa al modo in cui mostriamo ai clienti pubblicità rilevante si basa su interpretazioni soggettive e inedite della normativa europea sulla privacy e la sanzione proposta è del tutto sproporzionata anche rispetto a tale interpretazione». Alte, dunque, le probabilità che Amazon decida di presentare un ricorso contro la decisione dell’authority.
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