In tempo di crisi la ricerca di un lavoro può diventare una vera e propria impresa. Tuttavia esistono competenze che possono fare la differenza quando si è alla ricerca di un’occupazione. Ecco le 5 competenze più richieste dai datori di lavoro che i candidati italiani non hanno.
In tempo di crisi la ricerca di un lavoro può diventare una vera e propria impresa.
E’ quello che succede in Italia ai giovani che ogni giorno devono giostrarsi tra annunci di lavoro, invio di curriculum e colloqui spesso senza esiti.
Nemmeno la laurea sembra essere più un requisito in grado di facilitare la ricerca del lavoro per chi tenta di inserirsi in un mercato ancora in crisi che fatica a riprendersi.
Eppure, nonostante le prospettive non proprio rosee e i pochi segnali di ripresa, ci sono competenze richieste dai datori di lavoro difficili da trovare nei candidati italiani che potrebbero facilitare la ricerca di un lavoro.
Vediamo quali sono le 5 competenze più difficili da trovare.
1) Inglese fluente
In Italia ancora si fatica a parlare in modo fluente l’inglese. Colpa di insegnamenti scolastici spesso superficiali o fini a se stessi o dell’abitudine tipicamente italiana a tradurre i film in lingua originale (a differenza, ad esempio, dei Paesi del nord Europa dove la visione dei film in lingua originale aiuta l’apprendimento della lingua inglese), fatto sta che una percentuale ancora troppo bassa di italiani è in grado di parlare la lingua straniera più importante per il mercato occupazionale in maniera professionale.
Secondo Almalaurea nel 2013 solo il 21% dei laureati italiani era ingrado di padroneggiare fluentemente la lingua.
Il bilancio peggiora quando ad essere richiesta è la conoscenza di più lingue straniere.
2) Competenze digitali
Altro tallone d’Achille tipicamente italiano è quello che riguarda le competenze digitali e informatiche, attese soprattutto dai neolaureati. Questo nonostante il settore dell’Ict sia in forte crescita e la ricerca si concentri su figure sempre più specifiche.
L’Italia, a dimostrazione della carenza appena citata, registra la percentuale più bassa nell’Ue di giovani assunti nell’Ict: si tratta dell’11,6% del totale contro la media europea del 16%.
3) Esperienze extracurricolari
In un mercato del lavoro dove l’offerta di laureati è crescente, la necessità di differenziarsi anche attraverso esperienze di stage durante il periodo di studi è reale.
Sempre più spesso, infatti, per sbaragliare la concorrenza non sono sufficienti ottimi voti e studi in corso, ma sono richieste esperienze che dimostrino l’intraprendenza e la voglia di apprendimento del candidato.
4) Propensione alla mobilità nazionale e internazionale
In un mercato del lavoro sempre più dinamico ciò che viene richiesto e che non sempre è facile trovare nei candidati è la propensione alla mobilità sia su territorio nazionale ma, anche e soprattutto, su quello internazionale.
5) Capacità di muoversi tra gli annunci sul web
Ultima ma non ultima per importanza è la capacità di riuscire a giostrarsi tra i diversi annunci di lavoro presenti sul web. Tale capacità, infatti, secondo le agenzie denota una spinta all’innovazione e familiarità con il flusso di dati fornito dalla rete.
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