App fotoritocco: le più pericolose e come usano i dati

Fiammetta Rubini

11 Novembre 2019 - 18:01

Il lato oscuro delle app di fotoritocco: ecco come usano i dati personali e il nostro volto a cui hanno accesso, e altri rischi a cui non pensiamo quando le scarichiamo.

App fotoritocco: le più pericolose e come usano i dati

App di fotoritocco: croce e delizia di tutti i social media addicted. Ma vi siete mai interrogati sui rischi e pericoli che si corrono ogni volta che installiamo e utilizziamo una di queste applicazioni per modificare le foto e renderci più belli?

Le app di fotoritocco, utili strumenti per postare “foto perfette” o acchiappalike su Instagram o Facebook, chiedono di raccogliere i dati del nostro rullino, di avere accesso al microfono, alle rubriche, di gestire le chiamate e apportare modifiche al device. Regalando loro l’accesso ai nostri dati e al nostro volto, a cosa andiamo incontro? Dove vengono conservate queste informazioni e come sono utilizzate? Ma soprattutto quali sono le app di photo editing più pericolose per la privacy? Proviamo a fare chiarezza.

App fotoritocco: i danni per la salute mentale

Nell’era dei social network siamo ossessionati dall’app-parenza: Instagram, Facebook, Snapchat hanno trasformato il modo in cui ci mostriamo e veniamo percepiti dagli altri. Queste piattaforme promuovono un modello che ostenta bellezza, ricchezza, fama, felicità. Le app di fotoritocco stanno aprendo la strada a standard di bellezza non realistici e sono anche co-responsabili di problemi di salute mentale tra i giovanissimi. Secondo uno studio del Royal Society for Public Health Instagram è il social più dannoso per la salute psicologica degli adolescenti

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Il culto del selfie si aggiunge così alla serie di cause che portano molte persone a sviluppare problemi come ansia, depressione, disturbi alimentari, tristezza e la cosiddetta “dismorfia da Snapchat”. E oggi il problema si amplifica: se in passato avevamo bisogno di conoscenze avanzate di Photoschop e altri programmi pro per modificare e ritoccare le foto, oggi le app di modifica sono semplici, gratuite e alla portata di tutti.

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Quali sono le app fotoritocco più pericolose

Lo scopo della maggior parte delle app di fotoritocco è quello di rendere le persone più belle per le foto di Instagram. Il problema è che manipolare le foto per creare un aspetto fisico non realistico può essere pericoloso, ed è oggi una delle principali cause di depressione adolescenziale.

Tra le app usate per modificare il proprio aspetto troviamo ad esempio Skin Tanner, che propone un filtro per apparire abbronzati senza ricorrere a lampade e avere una tintarella perfetta anche in inverno. C’è poi Perfect Me, editor fotografico per ritoccare viso e corpo che consente di rimodellare le curve e apparire snelli, con gambe lunghe e sottili, addominali scolpiti e tatuaggi.

Chi ha il complesso della bassa statura o delle gambe tozze può usare anche Spring Effects, che assottiglia la figura, o ancora Make Me Thin, che grazie al software di intelligenza artificiale modifica corpo e viso in modo realistico. Altre app di photo editing molto popolari sono Facetune, che tra le varie cose sbinca i denti, leviga la pelle, modifica il colore degli occhi, rimuove i brufoli, e Perfect365 che applica makeup per tutti i gusti, modifica i tratti del volto e regala uno sguardo e un sorriso da star.

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Ma non sottovalutiamo un altro rischio, più tangibile, legato alle applicazioni di fotoritocco gratuite: nonostante le ottime premesse molte si rivelano delle app inutili e cariche di annunci pubblicitari che, se cliccati, possono reindirizzare a siti pericolosi contenenti malware. Nel peggiore dei casi, sviluppatori malintenzionati potrebbero usare i loro software farlocchi per intrufolarsi nei nostri dispositivi e impadronirsi così dei nostri dati personali.

App fotoritocco, rischio privacy: come usano i dati

Ma i rischi, come dicevamo in precedenza, riguardano anche e soprattutto la sicurezza e la privacy. L’ultimo allarme ha riguardato FaceApp, l’applicazione di fotoritocco che nel 2019 ha avuto un boom di download per la possibilità di invecchiare o ringiovanire il volto, o ancora per trasformarsi in uomo o donna con un solo filtro.

L’app russa, che chiede l’accesso alla galleria immagini per poter essere usata, è stata subito accusata di mettere a rischio i nostri dati. Ma non solo: secondo i servizi segreti USA potrebbe essere uno strumento di spionaggio russo e quindi un potenziale rischio per la sicurezza nazionale e la privacy di milioni di americani.

Il pericolo deriverebbe dal fatto che i selfie scattati su FaceApp sarebbero in realtà caricati su un server cloud a uso della società proprietaria. Inoltre le preoccupazioni sarebbero legate ai timori che la tecnologia AI possa esporre i dati sul riconoscimento facciale a vulnerabilità.

Con l’accesso allo smartphone gli hacker potrebbero registrare l’attività web dell’utente e accedere alla fotocamera del telefono segretamente, quindi fare un incrocio di dati tra volto dell’utente e siti navigati. FaceApp ha risposto alle accuse dicendo che la maggior parte delle foto vengono eliminate dai nostri server entro 48 ore dalla data di caricamento. Per saperne di più leggi FaceApp: privacy a rischio? Ecco cosa succede alle tue foto

Ma FaceApp non è l’unica app del genere finita sotto accusa: è successo anche a Meitu, app di fotoritocco made in China che consente agli utenti di assumere le sembianze di personaggi manga. Alcuni esperti di cyber security hanno criticato la mole di dati raccolti dall’applicazione, che in fase di installazione chiede l’accesso alla fotocamera, al rullino, al numero di telefono e al GPS, alle chiamate e alle connessioni wi-fi. Perché tutto questo? La società si è difesa dalle accuse: “L’unico scopo di raccogliere i dati è ottimizzare il funzionamento della app e capire meglio il coinvolgimento dei consumatori con la pubblicità in-app, non di vendere in alcuna forma i dati degli utenti”.

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