Cosa spetta ad un bambino disabile a cui è stato riconosciuto DSA? Non tutti lo sanno ma può essere richiesta indennità di frequenza.
Per la famiglia di un bambino dislessico, o con qualsiasi altro disturbo specifico dell’apprendimento, è importante comprendere quali sono i diritti e soprattutto sapere se c’è la possibilità di avere contributi ed agevolazioni da parte dello Stato. Dislessia, disgrafia, discalculia e disortografia, sono disturbi dell’apprendimento che rendono più difficile l’apprendimento e che necessitano, nella maggior parte dei casi, di strumenti compensativi per affrontare in modo autonomo il percorso scolastico.
Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno sono il padre di un bimbo di nove anni dislessico con legge 104 art 3 comma 1; potrei sapere se ho diritto a qualche beneficio economico? Grazie e buona giornata ”.
DSA, quando spetta l’indennità di frequenza?
Gli strumenti compensativi che necessitano i bambini con disturbi specifici dell’apprendimento nella maggior parte dei casi sono molto costosi, anche se indispensabili per rendere il bimbo autonomo nel suo percorso scolastico. Pur riconoscendo l’importanza degli strumenti compensativi, però, la legge non prevede fondi per le famiglie lasciando come unica misura la detrazione fiscale al 19% per la spesa di acquisto di strumenti compensativi.
Ma i genitori di bambini con DSA possono aver diritto ad un assegno mensile di circa 290 euro che spetta ai minori disabili che frequentano corsi di studio. Si tratta dell’indennità di frequenza.
Attenzione, anche se i bambini DSA non sono considerati disabili nel senso stretto della parola potrebbero rientrare nel diritto di fruire dell’indennità di frequenza. Vediamo in quali casi.
La prestazione spetta ai minori di 18 anni che frequentano la scuola o che frequentano regolarmente trattamenti terapeutici presso centri specializzati. E’ necessaria la presenza di disabilità accertata da commissione medica (e nel suo caso a suo figlio è stata già riconosciuta la legge 104, anche se senza gravità).
Nella legge 289 del 1990 la definizione che si da di disabilità è “difficoltà persistenti nello svolgimento di compiti e funzioni relative all’eta” ed un bambino con DSA ha una difficoltà persistente nello svolgere determinati compiti che i suoi coetanei svolgono senza problemi.
Se viene accertata questa difficoltà, quindi, l’indennità di frequenza può essere riconosciuta. Le consiglio, quindi, di presentare domanda all’INPS tramite il medico curante che certifichi la diagnosi di DSA, per richiedere il beneficio per suo figlio.
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