Assegno unico per i figli: chi prende di più? Un approfondimento sulla misura della Fondazione studi Consulenti del Lavoro riporta le prime stime sugli importi. Vediamo anche chi perderebbe di più dal 1° luglio.
Assegno unico per i figli: chi prende di più? È ancora presto per le cifre dal momento che si è ancora in attesa dei decreti attuativi che dovranno definire nel dettaglio requisiti e importi dell’assegno unico per i figli che dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2021.
Stime tuttavia sugli importi e su chi potrebbe prendere di più di assegno unico per i figli le porta la Fondazioni studi Consulenti del Lavoro. Non solo, anche il decreto di legge-delega sull’assegno unico per i figli approvato in via definitiva al Senato, e in Gazzetta Ufficiale dal 6 aprile, fornisce alcune prime, seppur sommarie, indicazioni. Vediamolo nel dettaglio.
Assegno unico per i figli 2021: chi prende di più?
Chi prende di più di assegno unico per i figli 2021? La stima arriva da un approfondimento della Fondazione studi Consulenti del Lavoro. Prima di vederlo nel dettaglio ricordiamo che l’assegno unico per i figli sarà universale perché rivolto anche ad autonomi e incapienti e prevederà una quota fissa e una quota variabile in base all’ISEE con maggiorazioni per ogni figlio successivo al secondo e disabili. L’assegno unico arriva fino a 21 anni del figlio e senza limiti di età per i disabili a carico. Abbiamo anche visto come gli assegni familiari saranno rimpiazzati dall’assegno unico per i figli.
Ora le stime sugli importi le riportano i Consulenti del Lavoro. Le previsioni degli importi dell’assegno unico per i figli riportate dalla Fondazione studi CdL sono basate sulla relazione Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia. “La previsione prevede l’universalismo dei beneficiari con un moderato grado di selettività”, si legge.
Ora l’importo dell’assegno unico per i figli viene considerato:
- costante pari a 1.930 euro all’anno quindi 161 euro al mese per ciascun figlio minorenne per ISEE fino a 30.000 euro (oltre alle maggiorazioni);
- costante pari a 1.158 euro all’anno ovvero 97 euro al mese per ciascun figlio maggiorenne fino a un ISEE di 30.000 euro (oltre alle maggiorazioni).
L’importo dell’assegno unico per i figli 2021 a partire da un ISEE di 30.000 euro decresce, come sottolinea la Fondazione studi Consulenti del Lavoro, in modo non lineare fino a 52.000 euro “con una concavità verso il basso che tende a tutelare maggiormente i nuclei con ISEE meno elevato.”
Oltre i 52.000 euro di ISEE l’assegno resta costante a:
- 800 euro all’anno ovvero 67 euro al mese per ciascun figlio minorenne a carico;
- 480 euro all’anno ovvero 40 euro al mese per ciascun figlio maggiorenne.
Si tratta al momento di simulazioni e stime e solo i decreti attuativi potranno definire criteri e modalità di attribuzione e gli importi nel dettaglio con le fasce ISEE.
L’assegno unico per i figli, come abbiamo anticipato e come prescrive il disegno di legge-delega, subisce maggiorazioni.
- dal secondo figlio a carico;
- tra il 30% e il 50% se presenti figli disabili fino a 21 anni (dopo i 21 anni non spetta la maggiorazione),
- per le madri con meno di 21 anni di età.
Assegno unico per i figli: chi perde di più?
Abbiamo visto gli importi dell’assegno unico per i figli, vediamo ora secondo quanto riporta sempre la Fondazione studi Consulenti del Lavoro chi perde invece di più.
La Fondazione si basa sulle stime di ISTAT che ha rilevato come l’assegno unico per i figli determinerebbe un incremento di reddito per il 68% delle famiglie, in particolare quelle dei lavoratori autonomi, che oggi non prendono gli ANF e per gli incapienti che non godono delle detrazioni fiscali per i figli a carico.
Tuttavia pare che per il 29,7% delle famiglie il nuovo assegno unico prevederebbe un peggioramento rispetto ai sostegni oggi in vigore:
Come si legge nello studio dei Consulenti del Lavoro in particolare andrebbero a perdere di più:
- i nuclei familiari con figli maggiori di 21 anni a carico che resterebbero esclusi sia dall’assegno unico che dalle attuali detrazioni;
- le famiglie particolarmente numerose dal momento che la scala di equivalenza dell’ISEE dal quarto figlio attribuisce valori in proporzione inferiori;
- le coppie di fatto che oggi per il calcolo degli ANF possono computare il solo reddito del richiedente mentre passando all’ISEE dovranno considerare i redditi di entrambi i genitori;
- i nuclei che possiedono un patrimonio mobiliare e immobiliare, anche se questo costituisce un onere (ad esempio pagamento IMU);
Per il 2,4% dei genitori, invece, non cambierebbe nulla. Ricordiamo che siamo sempre nel campo delle ipotesi, per le certezze sull’assegno unico per i figli occorre attendere le prossime settimane.
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