Non è l’Inps a pagare per l’assenza dal lavoro di chi viene a stretto contatto con un positivo al Covid e quindi deve osservare un periodo di quarantena. A chi tocca allora: azienda o lavoratore?
Sta facendo molto scalpore la comunicazione data dall’Inps nei giorni scorsi riguardante il fatto che da quest’anno non è più l’Istituto a farsi carico della copertura dei costi per l’assenza del lavoratore costretto a restare a casa in quarantena per essere venuto a stretto contatto con un positivo al Covid.
Sindacati, ma anche le associazioni delle imprese, stanno facendo appello al Governo affinché possa trovare le risorse necessarie per rinnovare lo strumento che equipara l’assenza dal lavoro per quarantena a quella per malattia. Almeno in quei casi dove il lavoratore che non si può presentare a lavoro non può nemmeno svolgere le proprie mansioni da remoto.
In caso contrario dovrebbero essere le aziende a farsi carico della copertura dei costi necessari per far sì che il “prezzo” della quarantena non gravi sulle spalle del lavoratore. In caso contrario, infatti, per il lavoratore ci sarebbe il rischio di una notevole riduzione dello stipendio.
Assenza dal lavoro per quarantena Covid: quando si perde di stipendio?
È Unimpresa a far notare il “pasticcio normativo” scaturito dalla decisione del Governo di non rifinanziare per il 2021 il fondo con cui l’Inps si faceva carico dei costi per l’assenza dal lavoro per quarantena. In questo modo, infatti, si costringono i datori di lavoro a pagare di tasca propria, per quello che potrebbe essere “un altro salasso a carico delle aziende”.
Si tratta, spiega Giovanni Assi, consigliere nazionale di Unimpresa, di uno “scarica barile tra Ministero del Lavoro e Inps con imprese e lavoratori che ne pagano le conseguenze”. Perché la domanda è: chi si farà carico del costo per l’assenza? Lavoratori o imprese? Da parte dei datori di lavoro non sembra esserci l’intenzione di tirarsi indietro a questo onere, anche perché - spiega Unimpresa - in caso contrario per il lavoratore ci sarebbe una notevole riduzione dello stipendio per il mese in cui si è costretti a rispettare l’obbligo di quarantena.
Nel dettaglio, secondo le stime effettuate, per un periodo di quarantena di 10 giorni ci sarebbe una perdita in busta paga che in media va dai 600,00€ ai 700,00€. Andrebbe leggermente meglio ai lavoratori vaccinati per i quali, ricordiamo, la quarantena nel caso in cui si viene a stretto contatto con un positivo viene ridotta a 7 giorni.
Imprese e sindacati d’accordo: “Va trovata presto una soluzione”
Si tratta, questo, di un tema che vede sindacati e associazioni delle imprese uniti per lo stesso scopo: chiedere al Governo di ripristinare lo strumento che dà la possibilità all’Inps di coprire le spese per la quarantena.
Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera ai Ministri del Lavoro e dell’Economia, Andrea Orlando e Daniele Franco, chiedendo con forza di “cambiare poisizione trovando la copertura finanziaria” necessaria per risolvere questa “urgente necessità”. Dello stesso parere il mondo delle imprese, i quali chiedono al Ministro Orlando d’intervenire il prima possibile per chiarire questa situazione. Possibilmente già entro la scadenza del periodo di paga in corso, al fine di evitare “spiacevoli incomprensioni su chi e se debba pagare lo stipendio in quelle giornate di assenza obbligate”.
Assenza dal lavoro per quarantena Covid: chi paga?
Ricordiamo che questo dilemma riguarda solamente coloro che vengono a contatto con un positivo. Chi, invece, risulta positivo al Covid è infatti ancora coperto da indennità di malattia.
Alla domanda su chi deve pagare per l’assenza dal lavoro per quarantena del lavoratore che viene a stretto contatto con un positivo, quindi, non c’è ancora una risposta. E per questo le imprese si stanno organizzando arrivando ad accordi con i lavoratori.
Se da una parte si tenta di passare allo smart working nei giorni della quarantena, dove questo non è possibile si ricorre ad altri strumenti come ferie e permessi. Ma per quale motivo un lavoratore dovrebbe rinunciare a quanto maturato negli anni per un’assenza che prescinde dalla propria volontà? E allo stesso tempo perché l’azienda dovrebbe farsi carico del costo dell’assenza, oltre che delle annesse difficoltà organizzative? Domande oggi senza risposta, con la pressione da parte di sindacati e imprese che aumenta e con il Governo che dovrà dare un segnale il prima possibile.
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