Assunzioni precari della scuola, stop del provvedimento? Scenario politico, interessati e conseguenze

Simone Casavecchia

17/06/2015

La riforma della scuola rischia di slittare di un anno e con essa le assunzioni dei precari del mondo dell’insegnamento: ecco quali sono le motivazioni, lo scenario politico sotteso e le conseguenze per gli interessati.

Assunzioni precari della scuola, stop del provvedimento? Scenario politico, interessati e conseguenze

Anche se il problema è stato considerato di natura squisitamente tecnica (i tempi stretti) l’annuncio fatto ieri dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi sembra avere il sapore di una pura e semplice vendetta di carattere politico.

Le assunzioni dei precari della scuola potrebbero slittare al prossimo anno perché i tempi sarebbero troppo stretti per approvare la riforma della scuola: è questo in sintesi il messaggio lanciato ieri dal Premier nella trasmissione televisiva Porta a Porta, durante la quale ha affermato che

«Quest’anno con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i 100mila precari a settembre. Le scelte dell’opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà ad entrare in vigore in tempo»

Assunzione dei precari della scuola: lo scenario politico
Gli emendamenti presentati dalle opposizioni, ma anche dalla minoranza Pd, sono, quindi, la ragione principale per la quale il provvedimento non riuscirà a essere operativo per Settembre, momento in cui dovrebbero avvenire le tanto sospirate assunzioni.
Altra ragione che si aggiunge alla prima è la scelta di non porre la fiducia sulla riforma della scuola, di seguire l’iter parlamentare tradizionale e, anzi, di avviare anche una conferenza nazionale sulla riforma, nella quale sia i sindacati che le famiglie potranno dire la loro sull’intervento di riforma.
Al di là della conferenza nazionale sulla scuola che dovrebbe tenersi all’inizio di Luglio e che sarà solo l’ennesimo strumento per illudere i cittadini, dal momento che poi la decisione ultima sugli interventi sarà, con ogni probabilità, quella già presa dal Governo, il rinvio delle assunzioni dei precari della scuola è sempre più probabile anche perché, nei giorni scorsi, sia il Premier che il Ministro Giannini, hanno esplicitamente escluso la possibilità di un decreto assunzioni per separare la misura dell’immissione in ruolo dei precari dal resto del provvedimento di riforma.
Unica soluzione, per non rinviare le assunzioni dei precari, sarebbe quella che la minoranza del Pd rinunci agli emendamenti presentati per snellire i lavori dell’aula del Senato, se ciò avvenisse tutto l’intervento di riforma, assunzioni comprese potrebbe andare in porto o essere rimandato.

L’iter parlamentare del ddl Buona Scuola
La riforma della scuola è attualmente all’esame della Commissione Istruzione del Senato che, secondo quanto dichiarato dal suo presidente, sta cercando di accellerare il più possibile i tempi di approvazione del ddl; la speranza è quella di ultimare i lavori entro la fine di questa settimana, in modo tale da rimandare il provvedimento alla Camera, per la terza e ultima lettura che dovrebbe avvenire entro il 30 Giugno.
Una road map ambiziosa soprattutto per il gran numero di emendamenti che la Commissione Istruzione del Senato si trova a discutere: si va dal numero dei precari da assumere ai fondi per le paritarie, dalle modalità di valutazione dei professori ai limiti per le prerogative dei presidi per i quali potrebbe essere previsto un incarico a termine e per i quali il potere di chiamata dei docenti potrebbe essere condiviso insieme a uno o più docenti.

Cosa avviene se il ddl buona scuola non viene approvato
Se il disegno di legge contenente la riforma della scuola non dovesse essere approvato nei tempi utili a renderlo operativo per il prossimo settembre, potrebbero configurarsi le seguenti ipotesi riguardo ai fronti più caldi del provvedimento.
Se il ddl buona scuola slittasse di un anno, slitterebbero, con esso, anche le nuove prerogative dei presidi manager: ciò implicherebbe che il prossimo settembre i docenti che saranno chiamati e assunti per gli incarichi annuali, lo sarebbero con il vecchio sistema delle graduatorie;
Altro fronte caldo è quello delle tipologie di precari da assumere. Il testo del provvedimento licenziato dalla Camera prevede che non siano inclusi, nel piano straordinario delle assunzioni della scuola i docenti abilitati con TFA e Pas, che siano iscritti o non lo siano nelle graduatorie di II fascia. Per tali docenti potrebbero configurarsi due alternative:

  • la minoranza Pd, proprio attraverso gli emendamenti, sta cercando di far rientrare nel piano assunzione tutti i precari, a iniziare da quelli storici, per finire tutti gli abilitati che abbiano almeno 3 anni di insegnamenti anche non consecutivi;
  • l’attuale impianto del provvedimento prevedrebbe, per gli abilitati con TFA e Pas un concorso pubblico «riservato» da 60000 posti a cui dovrebbero partecipare circa 210000 candidati, secondo le stime del Ministero e nel quale dovrebbero essere previsti dei punteggi aggiuntivi per i supplenti già in cattedra.

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