Audience Optimization mette a disposizione degli amministratori Facebook la mole di dati raccolti sugli utenti. Quali saranno i vantaggi?
Arriva Audience Optimization, il nuovo strumento di Facebook che per la prima volta renderà noti a tutti gli amministratori di pagine del noto social network i dati che l’azienda ha raccolto sui suoi utenti.
Facebook infatti non è solo una piattaforma in cui le persone si tengono in contatto, ma è anche un enorme centro di raccolta dati dove questi vengono organizzati e gerarchizzati.
I dati hanno permesso a Facebook di suddividere i propri utenti in migliaia di categorie, finora sconosciute ai più: con Audience Optimization invece questa enorme quantità di informazioni verrà condivisa con gli amministratori di tutte le pagine del social network, che avranno così la possibilità di inviare messaggi a un pubblico più mirato.
Di seguito vi spieghiamo come funziona e com’è nato Audience Optimization e quali vantaggi comporterà.
Facebook, Audience Optimization: cos’è?
Audience Optimization è lo strumento col quale gli amministratori potranno identificare con estrema facilità il loro “pubblico preferito” avendo così la possibilità di indirizzare un post in maniera mirata.
Questo sarà possibile attraverso dei tag di interesse: per ogni post sarà possibile selezionare dei tag che faranno sì che il messaggio giunga solo sulle pagine del pubblico che condivide quegli interessi.
Audience Optimization farà sì che il messaggio arrivi solo a un pubblico rilevante, senza tuttavia limitare la sua portata. Questo strumento per la prima volta non solo rivelerà le migliaia di categorie in cui Facebook ha suddiviso la vasta platea di utenti, ma per ognuna di queste renderà noto il numero di utenti presenti.
Facebook, Audience Optimization: cosa cambia?
Se siete un utente con un profilo personale per voi non cambia nulla, almeno, non nell’apparenza.
Perché lo strumento è sì nelle mani degli amministratori, che stabiliranno i tag per ogni singolo post, ma a beneficiare degli effetti di Audience Optimization potrebbe essere anche il pubblico di utenti “passivi”, che vedrà ridursi notevolmente il numero di post in bacheca verso i quali non nutre alcun interesse.
Per quanto concerne gli amministratori, invece, diamo un assaggio di quali saranno le caratteristiche di Audience Optimization.
Va detto che attualmente il tool non è ancora disponibile in Italia, ma molto presto sarà presente anche qui da noi. Il tool si divide principalmente in tre caratteristiche:
- preferred audience: consente agli amministratori di taggare gli interessi per i contenuti da promuovere per aiutare Facebook a proporre la storia agli utenti che con più probabilità potrebbero esserne coinvolti. Invece di limitare il pubblico generico che può’ vedere il post nel News Feed, questi tag servono in modo univoco a selezionare ogni persona che potrebbe essere coinvolta dalla storia in base agli argomenti selezionati;
- audience restriction: fornisce agli amministratori la possibilità di limitare la visibilità di post specificando il pubblico a cui la storia è destinata in base a dove si trovano, la loro lingua, età e sesso;
- audience insights: fornisce agli amministratori le statistiche sulle performance di visibilità dei loro contenuti, con i dettagli dei tag di interesse. Una volta che un post viene pubblicato, Audience insights può aiutare a capire quali diversi sottoinsiemi di persone stanno interagendo con la storia, per metriche o tag di interesse.
Facebook, Audience Optimization: com’è nato?
Ad aver dato l’idea di Audience Optimization a Facebook sono state le opinioni di alcuni editori come il New York Times, Bleacher Report e MTV, che avevano espresso l’esigenza di poter indirizzare meglio i loro messaggi.
Già dall’anno scorso era presente una suite rivolta agli amministratori interessati a ottimizzare i propri post, si chiamava Interest Targeting, ma evidentemente non bastava. Così è stata potenziata ed è stata sostituita da Audience Optimization.
Nel futuro le pagine offriranno contenuti sempre più mirati e ottimizzati in modo tale da raggiungere un pubblico sì ampio, ma non generico, accedendo a banche dati sempre più raffinate e ricche. Si tratta di una vera e propria evoluzione della presenza sui social network.
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