Da gennaio a maggio 2019 gli automobilisti italiani hanno consumato meno carburanti rispetto al 2018. Ma hanno speso di più: colpa delle componenti fiscali e industriali.
Scende il consumo dei carburanti per le auto diesel e per quelle benzina, ma sale la spesa che gli automobilisti italiani sostengono per acquistarli. Tra gennaio e maggio 2019, la spesa per l’acquisto di benzina e diesel nel nostro paese è stata pari a 23,6 miliardi di euro, l’1,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2018.
Secondo il Centro Studi Promotor, il rialzo non è stato determinato da un aumento dei consumi - anzi, in lacuni casi si è registrato un calo - ma dalle componenti fiscali e da quelle industriali. Cioè, dalle accise e dai costi di distribuzione.
Nel 2019 scende il prezzo della benzina ma sale quello del gasolio
Quella per i carburanti è la voce maggiore tra le spese per la gestione di un autoveicolo. Un presupposto doveroso per poter capire l’importanza del monitoraggio che il Centro Studi Promotor effettua sul consumo e sui prezzi dei carburanti auto.
Nei primi cinque mesi del 2019, il prezzo alla pompa della benzina è sceso dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2018. Un dato positivo per gli automobilisti, non confortato però dal trend del prezzo del gasolio in aumento del 2,6% nello stesso periodo.
157 miliardi di litri di carburante acquistati: -0,3%
Se andiamo ad analizzare i dati relativi all’acquisto di carburante, possiamo notare una lieve flessione tra i primi cinque mesi del 2019 e lo stesso periodo del 2018. Quest’anno - infatti - sono stati erogati 157 miliardi di litri di carburanti, cumulando benzina e gasolio. Lo 0,3% in meno rispetto al periodo gennaio maggio 2018.
Nonostante ciò, la spesa è salita da 23,298 ai 23,620 miliardi di euro del 2019. Un esborso - quello degli automobilisti - che ha permesso allo Stato di incassare 14,4 miliardi di gettito, grazie alle tante accise che gravano sui carburanti auto.
Aumentano le accise e i costi di distribuzione
Nonostante i ripetuti annunci durante la campagna elettorale 2018 - con i quali si annunciava addirittura la totale eliminazione delle accise sui carburanti auto - il prelievo fiscale su benzina e gasolio è cresciuto dello 0,2% nel 2019. Va ricordato che le accise costituiscono circa il 61% del prezzo dei carburanti.
E non è l’unica componente del prezzo in crescita: aumenta anche la componente industriale - o “margine industriale”, che costituisce il margine di guadagno della parte della filiera incaricata di distribuire e vendere i prodotti petroliferi. Da non confondere con il margine della parte che si occupa della estrazione e della raffinazione, chiamato “Platts”.
Tra il 2018 e il 2019, il margine industriale è cresciuto del 3,3%. In definitiva, tra accise e componente industriale, la maggiorazione di spesa che grava sulle tasche degli automobilisti italiani è di 298 milioni di euro.
“L’incidenza del Fisco sulla spesa per benzina e gasolio auto” – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – “è tra le più alte del mondo e penalizza fortemente non solo gli automobilisti ma anche le imprese e l’economia italiana perché grava pesantemente sul costo dei trasporti su gomma.”
Gasolio e benzina: consumi, spesa, accise e margine industriale |
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Voce | Gen-Mag 2019 | Gen-Mag 2018 | Diff. 209 vs. 2018 | Var. % |
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Consumi (miliadi di litri) | 15.719 | 15.770 | -0,051 | -0,3 |
Spesa (miliardi di euro) | 23.260 | 23.298 | +0,321 | +1,4 |
Accise (miliardi di euro) | 14.399 | 14.376 | +0,023 | +0,2 |
Margine industriale (miliardi di euro) | 9.220 | 8.922 | +0,298 | +3,3 |
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