Avvocati, nuovo regolamento specializzazioni: come fare? Tutto quello che c’è da sapere

Stefania Manservigi

17 Settembre 2015 - 10:01

Dal 14 novembre sarà operativo il nuovo regolamento sulle specializzazioni degli avvocati. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Avvocati, nuovo regolamento specializzazioni: come fare? Tutto quello che c’è da sapere

Il nuovo regolamento sulle specializzazioni degli avvocati sarà operativo dal 14 novembre.
Sono state infatti pubblicate in Gazzetta Ufficiale n. 214 le nuove regole che l’avvocato che vuole conseguire il titolo di specialista dovrà rispettare e seguire.
Vediamo di seguito le novità e che percorso dovranno seguire gli avvocati per specializzarsi.

Avvocati, nuovo regolamento: le aree di specializzazione
Le aree di specializzazione che vengono specificate dal decreto n. 144/2015 sono 18: dal diritto di famiglia alla proprietà, dal diritto industriale a quello fallimentare fino al diritto dell’Unione Europea. L’avvocato potrà scegliere fino a due settori in cui specializzarsi, e dovrà indicarli al Consiglio dell’Ordine di appartenenza.

Avvocati, nuovo regolamento: come fare per specializzarsi?
I percorsi da seguire per gli avvocati che intendano specializzarsi sono due, alternativi tra loro. Per ottenere la qualifica di specialista, infatti, si potrà scegliere la frequenza di corsi di durata biennale; in alternativa la specializzazione potrà essere ottenuta attraverso la comprovata esperienza nel settore scelto.

Avvocati, nuovo regolamento: i corsi di specializzazione
Per quanto riguarda i corsi, saranno le Università legalmente riconosciute, nei Dipartimenti di giurisprudenza, a stabilire i percorsi da sottoporre al ministero della Giustizia, ai fini della valutazione dei programmi didattici.
I programmi che serviranno formare gli avvocati specialisti verranno preparati da una commissione permanente composta da sei esperti: due magistrati nominati dal Miur, due avvocati scelti dal Cnf (Consiglio nazionale forense) e due professori universitari su selezione sempre del Miur.
I corsi dovranno avere durata almeno biennale, dietro un monte ore non inferiore a 200. La didattica frontale non potrà essere inferiore alle 100 ore con un obbligo di frequenza minimo pari all’80% dell’intera durata.
Sono previste inoltre una serie di verifiche: alla fine di ogni anno, infatti, l’avvocato che punta a ottenere la qualifica di specialista dovrà superare una prova scritta e orale. Sarà una commissione nominata dal Comitato scientifico e composta per almeno due terzi da membri esterni al corso, a giudicare il candidato.

Avvocati, nuovo regolamento: l’esperienza nei campi di specializzazione
L’altro percorso per ottenere la qualifica è quello basato sull’esperienza nei campi di specializzazione. In questo caso è previsto un riconoscimento d’ufficio per i professionisti iscritti all’albo senza interruzione da almeno otto anni, i quali abbiano esercitato, negli ultimi cinque anni, l’attività forense in uno dei settori scelti. Il compito dell’avvocato sarà quindi quello di dimostrare di aver trattato negli ultimi cinque anni incarichi professionali “rilevanti per quantità e qualità”, pari ad almeno 15 per anno. Si prevede infine un titolo da consegnare a seguito di una prova orale e scritta a chi, nei cinque anni precedenti l’entrata in vigore del regolamento, ha ottenuto l’attestato di frequenza, almeno biennale, di un corso di alta formazione specialistica organizzato dal Cnf o dalle associazioni specialistiche più rappresentative.

Avvocati, nuovo regolamento: come mantenere il titolo di specializzazione?
Per mantenere il titolo lo specialista dovrà ogni tre anni dimostrare di aver ottemperato agli obblighi di formazione permanente e di aver conseguito almeno 75 crediti nel triennio, che non dovranno mai essere inferiori a 25 per ogni anno. In alternativa occorrerà provare di aver svolto sul campo, sempre durante l’ultimo triennio, l’attività specialistica, trattando almeno 15 incarichi fiduciari.

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