Azioni Tesla in rosso, crollo del 29,6% dai massimi di gennaio

Pierandrea Ferrari

05/03/2021

Il titolo Tesla continua a soffrire sul Nasdaq: dietro al trend ribassista la crescente competizione nel ramo elettrico dell’automotive e, più in generale, i diffusi timori degli investitori sullo scoppio di una bolla speculativa.

Azioni Tesla in rosso, crollo del 29,6% dai massimi di gennaio

Le azioni targate Tesla colano a picco sui mercati finanziari statunitensi. Il titolo, quotato sul Nasdaq, è in ribasso del 29,6% rispetto ai massimi toccati lo scorso gennaio, di fatto punto apicale di quella parabola che aveva consentito alla creatura green di Elon Musk di incassare un rialzo anno su anno del 579%.

Dietro alla spirale ribassista che sta affossando il titolo c’è la crescente competizione nel ramo elettrico dell’automotive, con i tanti competitor che stanno cercando di erodere la quota di mercato del colosso di Palo Alto, ma lo smarcamento degli investitori è da ascrivere anche alle ormai diffuse perplessità sulla consistenza delle valutazioni dei titoli legati alla smart mobility, fin qui gonfiati oltre misura dalle prospettive (comunque incoraggianti) del comparto.

Tesla in rosso, pesa la competizione nel comparto green

La bull run di Tesla, a ben vedere, riflette la posizione privilegiata delle auto green di Elon Musk, a lungo unico player dell’automotive elettrica. Un first-mover, dunque, che ha capitalizzato al meglio il crescente interesse dei consumatori verso le nuove soluzioni di mobilità ad emissioni zero: il 28 gennaio dello scorso anno, infatti, le azioni targate TSLA venivano scambiate a 130 dollari, per poi toccare dodici mesi dopo i massimi storici, a quota 883 dollari, per una variazione percentuale positiva del 579%.

Ma nel frattempo tutto è cambiato, o quasi: lo scossone pandemico ha accelerato trend che già si intravedevano nella stagione pre-2020, e così anche i dinosauri dell’automotive mondiale, come Volkswagen, hanno iniziato a puntare forte sulle auto elettriche, mentre i player di Pechino – Nio, Li Auto e Xpeng – continuano ad espandersi sui mercati internazionali.

Lo scettro rischia così di scivolare via dalle mani di Elon Musk, il tycoon multi-tasking che si divide tra le avveniristiche missioni di SpaceX e il business green della sua Tesla: come rilevato da Morgan Stanley, infatti, la società di Palo Alto ha ora una quota di mercato del 69%, in sensibile ribasso rispetto all’81% di un anno fa, nonostante le vendite continuino a rincorrere le entrate assicurate dai regulatory credit.

Grafico Tesla

Quotazione Tesla dal 26/1/2021 al 5/3/2021

Per ora, la sentenza dei mercati è inappellabile: la quotazione (monstre) di due mesi fa era in buona parte la risultante di un dominio pressoché incontrastato nel comparto green, o almeno così era percepito dagli investitori, ma il guanto di sfida lanciato dai competitor minaccia ora la stabilità del regno di Elon Musk, e così le scommesse al rialzo sulle azioni TSLA si sono via via affievolite.

Gli investitori temono una bolla speculativa

Ma nel mirino non sono finite solo le azioni TSLA: il sospetto degli investitori circa la consistenza delle quotazioni dei titoli dei produttori di auto elettriche, infatti, sta montando. Non c’è dubbio, i veicoli green finiranno per mangiarsi il mercato dell’automotive, e segnali chiari sono già arrivati da Ford e Volvo, ma l’euforia che ha spinto al rialzo i titoli nell’ultimo anno potrebbe celare una bolla speculativa, e le piazze finanziarie se ne stanno accorgendo.

Pressoché tutte le quotazioni, infatti, sono fuori asse rispetto ai fondamentali economici, con il rapporto P/E (prezzo-utili) delle società che spesso supera la soglia di guardia. E questo è particolarmente evidente nel caso di Tesla, ma anche dei competitor cinesi, come Nio e Xpeng, entrambi a picco nelle ultime settimane.

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