Azov si arrende? Così cambia la guerra: la Russia ora punta su Odessa

Alessandro Cipolla

17 Maggio 2022 - 08:26

Il battaglione Azov ha deciso di “attuare l’ordine di evacuazione”, con 264 soldati feriti che hanno abbandonando l’acciaieria Azovstal, luogo simbolo della guerra e della resistenza di Mariupol. L’obiettivo della Russia ora sarebbe la presa di Odessa per togliere a Kiev ogni sbocco sul mare.

Azov si arrende? Così cambia la guerra: la Russia ora punta su Odessa

La guerra in Ucraina sta per entrare in una nuova fase: con il battaglione Azov che dopo 82 giorni di strenua resistenza potrebbe alzare bandiera bianca, la Russia presto potrebbe avere il controllo totale della strategica città portuale di Mariupol.

I difensori di Mariupol hanno eseguito un ordine, respingendo il nemico per 82 giorni, nonostante tutte le difficoltà - ha dichiarato su Telegram il comandante del reggimento Azov Denis Prokopenko - Per salvare vite umane, l’intera guarnigione di Mariupol sta attuando la decisione approvata dal Comando supremo e spera nel sostegno del popolo ucraino”.

Le autorità ucraine nelle scorse ore hanno confermato che 264 soldati sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal: 53 feriti gravi sono stati condotti in un ospedale in territorio russo, mentre altri 211 miliziani sono stati riconsegnati a Kiev nell’ambito di una operazione di scambio di prigionieri di guerra.

Resta ora da capire il destino delle altre centinaia di combattenti di Azov rimasti all’interno dell’acciaieria. La trattativa per la loro evacuazione starebbe andando avanti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che dichiarato come “i nostri eroi ci servono vivi”.

La resa del battaglione Azov, uno dei simboli di questa guerra in Ucraina, potrebbe essere una questione di giorni se non di ore, con la Russia che è sul punto di portare a termine la sua prima grande vittoria militare, ma a che prezzo, dopo un assedio durato quasi tre mesi.

Come cambia la guerra dopo l’evacuazione di Azov

Nell’ottica della guerra in Ucraina l’evacuazione dell’acciaieria Azovstal ha un significato più simbolico che operativo. La Russia di fatto da settimane controlla la città di Mariupol, strategico centro portuale che si affaccia sul Mar d’Azov.

Se prima della guerra il grande problema della Crimea, territorio annesso dal 2014, era quello di essere isolata dal resto della Russia tanto da restare senza acqua potabile, adesso Mosca avrebbe raggiunto il suo primo scopo.

La conquista di Mariupol infatti permette ora il collegamento del Donbass alla Crimea, con la Russia che nelle scorse settimane ha preso il contro anche delle città meridionali di Berdyansk, Melitopol e Kherson.

Basta guardare la mappa per vedere come le truppe russe ormai controllino quasi tutta la parte Sud dell’Ucraina: a Kiev non sono che rimasti i due importanti porti di Mykolaiv e Odessa, quest’ultimo il più grande del Paese.

Il riposizionamento delle truppe russe sta facendo intendere quali potrebbero essere i prossimi obiettivi di Mosca: conquistare prima Mykolaiv e poi Odessa, per riuscire così a congiungersi con la Repubblica separatista filorussa della Transnistria tagliando completamente fuori l’Ucraina dal mare.

La recente crisi del grano ci ha fatto capire quanto siano importanti i porti per l’Ucraina, visto che rimodulare tutta l’esportazione su ferro non sarà facile date le difficoltà tecniche, logistiche e belliche considerando le bombe che hanno colpito buona parte della rete ferroviaria ucraina.

Secondo alcuni analisti occidentali la Russia vorrebbe conquistare questi territori non per avere un maggior potere al tavolo diplomatico, ma per restare a lungo controllando di fatto tutte le città su cui ha issato la propria barriera.

Dal punto di vista economico sarebbe una manna per Mosca che già ha in mano la parte più ricca del Donbass, quella dove abbondano i giacimenti di carbone. Non sarà facile però per la Russia riuscire a espugnare una città come Odessa.

Se dal punto di vista aereo l’esercito russo è riuscito a essere efficace, bombardando a tappeto i vari obiettivi, l’avanzata via terra delle truppe finora è stata molto difficoltosa. Con i miliardi di armi pesanti in arrivo in Ucraina, per la fanteria di Mosca ora sarà tutto più difficile.

Lo spettro di una guerra lunga e dispendiosa di conseguenza sembrerebbe aleggiare con sempre più insistenza sopra i cieli dell’Ucraina: con la diplomazia ferma al palo, al momento non si intravede nessuna luce in fondo al tunnel.

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