Nelle prospettive economiche globali aggiornate dalla Banca Mondiale arriva il messaggio di allerta stagflazione: la crescita è in rallentamento e si rischia una debolezza di lungo periodo.
Nel rapporto di giugno delle prospettive economiche globali della Banca Mondiale il messaggio è stato chiaro: pandemia e invasione russa dell’Ucraina hanno spinto l’indebolimento della crescita e l’impennata dei prezzi, aumentando “il rischio di stagflazione, con conseguenze potenzialmente dannose sia per le economie a reddito medio che per quelle a basso reddito.”
Si offuscano, quindi, le stime sul prossimo futuro: una crescita più lenta del previsto nel mondo in via di sviluppo quest’anno e il prossimo spingerà milioni di persone nella povertà estrema e incrementerà il rischio di una crisi del debito.
Come sta cambiando l’economia globale nelle previsioni della banca Mondiale.
Stagflazione e povertà: due minacce reali per la banca Mondiale
Le ricadute della guerra aggraveranno gli effetti della pandemia, lasciando 75 milioni di persone in più in condizioni di povertà estrema del previsto nel 2019, ha avvertito la banca nelle sue ultime prospettive economiche, pubblicate martedì.
“All’inizio dell’anno ci aspettavamo che le cose andassero male”, ha affermato Ayhan Kose, capo dell’unità di previsione economica della banca. “Ora stanno andando di male in peggio e la risposta politica sarà fondamentale.”
Ha aggiunto: “L’inasprimento delle condizioni finanziarie in tutto il mondo, più rapido del previsto, potrebbe spingere i paesi nel tipo di crisi del debito che abbiamo visto negli anni ’80. Questa è una vera minaccia e qualcosa di cui siamo preoccupati”.
Sul fronte dei numeri, si stima un tonfo della crescita, che passa dal 5,7% nel 2021 al 2,9% nel 2022, molto al di sotto del 4,1% previsto a gennaio. Questo andamento è visto anche nel periodo 2023-24, “poiché la guerra in Ucraina interrompe l’attività, gli investimenti e il commercio nel breve termine, la domanda repressa svanisce e gli accordi di politica fiscale e monetaria vengono ritirati”.
Quale impatto nelle diverse aree del mondo? La flessione è prevista ovunque, ma con dei distinguo.
Nelle economie avanzate ci sarà una brusca decelerazione dal 5,1% nel 2021 al 2,6% nel 2022, 1,2 punti percentuali al di sotto delle proiezioni di gennaio. Nel 2023 si stima un +2,2%, sempre in calo.
Mercati emergenti ed economie in via di sviluppo, vedranno un Pil passare dal 6,6% nel 2021 al 3,4% nel 2022, “ben al di sotto della media annuale del 4,8% nel periodo 2011-2019.”
Questo il prospetto della Banca Mondiale nelle diverse aree geografiche:
- Area Euro: Pil a +2,5% nel 2022 e a +1,9% nel 2023, entrambi in diminuzione;
- Stati Uniti: crescita del 2,5% nel 2022 e del 2,4% nel 2023, in flessione in entrambi gli anni;
- Asia orientale e Pacifico: crescita in diminuzione al 4,4% nel 2022, al 5,2% nel 2023;
- Europa e Asia centrale: economia regionale in riduzione del 2,9% nel 2022 prima di crescere dell’1,5% nel 2023;
- America Latina e Caraibi: rallentamento al 2,5% nel 2022 e all’1,9% nel 2023;
- Medio Oriente e Nord Africa: crescita in aumento al 5,3% nel 2022, per poi diminuire al 3,6% nel 2023;
- Asia meridionale: crescita rallenterà al 6,8% nel 2022 e al 5,8% nel 2023;
- Africa subsahariana: +3,7% nel 2022 e crescita al 3,8% nel 2023
Inoltre, i dati della Banca Mondiale mostrano che il debito estero nei Paesi a basso reddito è aumentato di $15,5 miliardi a circa $ 166 miliardi nel 2020. Il debito estero nei Paesi a reddito medio è aumentato di $ 423 miliardi a oltre $ 8,5 trilioni, lasciandoli particolarmente esposti a tassi di interesse più elevati del previsto.
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