La scadenza della Gacs è il 6 marzo prossimo ma dal governo non ci sono ancora indicazioni su un eventuale rinnovo
Il 6 marzo si avvicina ma ancora non ci sono certezze sul rinnovo delle gacs, garanzie pubbliche sulle cartolarizzazioni, strumenti che si sono rivelati utili per smobilizzare grandi quantità di crediti deteriorati delle banche italiane.
Il governo, infatti, non ha ancora fornito indicazioni su come intende muoversi in vista della prossima scadenza.
L’attività di derisking degli istituti bancari del nostro Paese potrebbe subire significativi contraccolpi con la scadenza delle Gacs, anche perché le banche devono comunque continuare a liberarsi degli Npl, nei tempi richiesti dalla Bce.
Gacs in scadenza
Lo strumento della Gacs è stato introdotto nel 2016 dall’allora governo guidato da Matteo Renzi. Già rinnovato per due volte, sta per scadere: dal 6 marzo prossimo, se non ci saranno interventi dell’esecutivo, le banche potrebbero non averlo più a disposizione.
Alla garanzia pubblica hanno fatto ricorso molti istituti bancari per procedere all’attività di derisking come richiesto dalla Bce, un’attività ancora in corso e che dovrà andare avanti ancora per un bel po’ di tempo.
In particolare, la garanzia statale è stata molto efficace per le banche italiane nelle operazioni sugli Npl: i crediti deteriorati sono un peso e bisogna liberarsene, soprattutto tenendo conto dell’introduzione dell’addendum che rende ancora più penalizzante averli in carico.
Da non sottovalutare anche l’opinione della Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, che qualche settimana fa al Sole 24Ore ha ricordato che la Gacs ha funzionato “molto bene”.
Il governo procederà al rinnovo?
Fino a qualche settimana fa, sembrava che il governo fosse pronto a procedere al rinnovo della Gacs. L’iter però sembra essersi arenato negli uffici del Tesoro, inducendo il sistema bancario a nutrire qualche preoccupazione.
I maggiori timori degli operatori del settore sono indirizzati verso le eventuali nuove condizioni che la proroga di tale strumento potrebbe contenere. Secondo quanto riporta Milano Finanza, infatti, la garanzia statale potrebbe rivelarsi più costosa.
Così avrebbe richiesto la Lega, che vorrebbe cambiare le modalità di calcolo degli interessi, ridefinendo l‘attuale paniere di credit default swap di grandi emittenti italiani investment grade. Fino ad oggi, infatti la garanzia statale è stata remunerata a condizioni di mercato in base al grado di rischio.
I tempi stringono
Sembra esserci, dunque, un nodo politico da sciogliere, ma in vista della scadenza della Gacs, resta la necessità di fare presto per permettere alle banche di continuare a cedere Npl tramite cartolarizzazione richiedendo la garanzia pubblica, come già fatto finora.
Stando ad altre indiscrezioni di stampa, sembra inoltre che al Mef potrebbero passare al vaglio le precedenti operazioni di cartolarizzazione con garanzia statale per capire se ci sono aspetti da migliorare. I tempi sulle Gacs, intanto, stringono e il 6 marzo è dietro l’angolo.
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