Esplosioni in un edificio governativo della Repubblica filo-russa della Transnistria, con il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov che ha giudicato “reale” il pericolo di una terza guerra mondiale.
Più passano i giorni e più aumenta il rischio di una terza guerra mondiale, visto che da settimane le trattative diplomatiche tra Russia e Ucraina si sono impantanate con i fatti di Bucha che hanno cancellato tutti i progressi fatti nella tre giorni di colloqui in Turchia chez Erdogan.
A confermare questo triste sentore è anche Serghei Lavrov, il ministro degli Esteri russo che ha definito “reale” il rischio che il conflitto in Ucraina possa degenerare in una terza guerra mondiale.
“La Nato armando l’Ucraina - ha poi aggiunto Lavrov - Effettivamente entra in una guerra per procura contro la Russia”. Parole queste che arrivano dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato l’ennesimo pacchetto di aiuti militari a Kiev.
Poco prima, fonti provenienti sempre dal Cremlino hanno parlato della possibilità che “i gruppi radicali usino armi di distruzione di massa sul campo di battaglia se non possono raggiungere la superiorità con mezzi convenzionali”.
Mentre la guerra non accenna a fermarsi con le truppe di Mosca che stanno stringendo d’assedio il Donbass e il Sud dell’Ucraina, questa volta è stata la Russia a evocare il possibile utilizzo da parte del nemico di armi non convenzionali e un possibile allargamento del conflitto.
I timori della Russia di una terza guerra mondiale
Quando nelle ultime settimane si è sentito parlare di terza guerra mondiale o di utilizzo di armi nucleari, non è stato facile distinguere la propaganda dai reali timori di una possibile escalation bellica in Ucraina.
In questo caso, i timori espressi da Lavrov in merito a una terza guerra mondiale sembrerebbero appartenere alla categoria della propaganda, anche se dalla Transnistria sono arrivate delle notizie poco rassicuranti.
La Transnistria è una Repubblica autoproclamata situata nel territorio della Moldavia, proprio a ridosso del confine ucraino e a poche centinaia di chilometri da Odessa. Nel 2014 ha chiesto l’annessione alla Russia sulla scia di quanto successo in Crimea.
La guerra tra i separatisti e l’esercito moldavo, seppur con diverse pause, in pratica dura dall’inizio dagli anni ‘90 e finora ha provocato circa 5.000 morti di cui mille tra la popolazione civile.
Finora si è sempre tenuta fuori dal conflitto ma, nella giornata di ieri, per la prima volta dall’inizio della guerra il governo della Transnistria ha reso noto che “sono stati sparati colpi con un lanciagranate portatile anticarro” verso il ministero per la Sicurezza statale a Tiraspol, la capitale dell’autoproclamata Repubblica separatista filo-russa.
Finora si è sempre parlato di una possibile entrata in guerra della Bielorussia, ma se mai ci dovesse essere un allargamento del conflitto al momento lo scenario più probabile appare essere quello di un coinvolgimento della Transnistria.
Questo vuol dire che la Transnistria potrebbe diventare un nuovo Donbass? Nessuno lo può prevedere, ma l’unica cosa certa è che una terza guerra mondiale potrebbe scoppiare solo a seguito di un intervento da parte della Nato.
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