Nelle grandi religioni monoteiste sette è un numero molto significativo che ricorda vizi e virtù di cui l’umana natura si ammanta, nel bene e nel male. Da questa simbologia fortemente evocativa prendono le mosse i due autori per raccontarci i 7 Peccati Finanziari che commette l’uomo.
Se nel credo buddhista il 7 rappresenta la completezza, in quello ebraico i bracci del candelabro Menorah e nel culto islamico gli attributi fondamentali di Allah, tale numero diviene di fondamentale importanza per la religione cattolica: sette, infatti, sono le Virtù - 3 teologali e 4 cardinali - sette sono i doni dello Spirito Santo e altrettanti i Sacramenti. Di contro, però, come in un’eterna lotta manichea tra bene e male in cui al centro vi è solo e sempre l’uomo con la sua fallibilità e il suo libero arbitrio, sette sono i vizi capitali che possono traghettarci verso un eterno e infernale girone dantesco. Ispirato a questa tradizione divenuta parte del nostro patrimonio culturale con il Cristianesimo, I Sette Peccati Finanziari, è il primo libro scritto a quattro mani da Alessandro Moretti e Danilo Zanni, completamente autoprodotto dagli autori.
Già nell’introduzione, a cura di Frediano Finucci, l’opera dei due analisti è definita “uno strano animale letterario, a metà tra il racconto pedagogico e la divulgazione finanziaria” e noi non possiamo che essere concordi con tale descrizione. Sì, perché di fatto i peccati a cui fanno riferimento gli autori sono narrati nel modo più naturale che si possa immaginare: ossia attraverso la vita, le esperienze e le scelte di due fratelli che nell’arco della propria esistenza rappresentano il lato positivo e negativo di questo numero magico. C’è di più: alla fine di ogni capitolo che individua una fase cruciale della vita di Leonardo (Il Vizio) e Andrea (La Virtù) e, quindi, di una scelta finanziaria fatta in maniera consapevole o meno, vi è un’analisi tecnica volta a spiegare la ratio che sottende alle varie decisioni.
I Sette Peccati Finanziari secondo gli autori
Risparmio, gioco d’azzardo, mutuo, previdenza e assicurazioni, investimenti, pensione e successione. Ciascuno di essi può trasformarsi nel peggior peccato finanziario che si possa commettere se certe decisioni non sono prese con piena cognizione di causa, con l’aggravante che la genesi di tutti questi peccati risiede proprio nella mancanza di consapevolezza e di un’adeguata educazione finanziaria che tutti noi dovremmo imparare sin da bambini, come ci confermano i due autori durante la nostra chiacchierata. In questo senso il libro ha chiari e importanti rimandi a quanto da qualche anno sta portando avanti il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che caldeggia da tempo una sana educazione in ambito di finanza personale per tutelare le persone da scelte sbagliate che spesso si fanno in momenti cruciali del proprio percorso di vita.
Ad esempio quando iniziamo a lavorare e dobbiamo “formarci” su come gestire i risparmi dei primi stipendi, o come quando decidiamo di mettere su famiglia, specie con l’arrivo di un figlio, e cambiano le esigenze di tutti: da una casa più grande, a un’auto più solida e sicura e a una certa ansia per il futuro che ci fa prendere in seria considerazione la possibilità di un evento imprevedibile come una morte prematura o una malattia che ci potrebbe rendere inabili al lavoro e, di conseguenza, al sostentamento della famiglia. O, in una visione meno catastrofica, la prospettiva di una pensione che ripaghi il lavoro di una vita.
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In ciascuna tappa della nostra vita abbiamo la possibilità di trasformare quel numero magico in una scelta a nostro vantaggio che ci permetta al contempo di vivere il presente con una certa serenità di animo e di pensare al futuro con altrettanta tranquillità. La visione che gli autori danno della finanza si trasforma in qualcosa di positivo e amicale dal momento che alla base di tutto vi è consapevolezza piena delle scelte che giorno per giorno si fanno e condizionano la nostra quotidianità e gli anni a venire. Rispetto alla generazione dei nostri padri, tutto è diventato più complicato. Se l’ultimo decennio ci ha regalato due delle crisi economiche più importanti della storia, Subprime e Covid-19, di cui una ancora la stiamo vivendo appieno, dall’altro internet, le nuove tecnologie e la voglia di innovazione ce ne ha regalate tante altre. Di certo non esistono più certezze ferree a cui potersi aggrappare o alle quali ambire così come era consuetudine fino agli anni 80/90: casa, posto fisso, un conto in banca, forse una seconda casa al mare o in montagna e una solida posizione INPS per la pensione e la vecchiaia.
I tempi in cui viviamo hanno scosso le fondamenta su cui intere generazioni prima di noi hanno costruito e hanno reso gli italiani un popolo di risparmiatori: tutto è diventato più fluido e liquido, dal turn over lavorativo alla possibilità di non vivere tutta la vita nella stessa città o casa, perché sono le opportunità di vita e professionali a decidere per noi in un certo senso. Al di là dei suggerimenti economici o di come ciascuno di noi interpreterà il vizio o la virtù finanziaria di cui Moretti e Zanni parlano nel proprio libro, una cosa è certa: senza consapevolezza ed educazione finanziaria nessuna scelta sarà mai quella giusta. Per sé e per i propri cari.
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