In aumento i casi di pazienti ’’Covid-Like’’, cioè asintomatici e negativi al tampone ma che poi presentano polmoniti simili a quelle da coronavirus. L’allarme dei 118.
Aumentano i casi di pazienti con sintomi lievi e negativi al tampone, ma che dopo la TAC rivelano polmoniti analoghe a quella causate dalla COVID-19.
A lanciare l’allarme su questo fenomeno in crescita è Mario Balzanelli, presidente della SIS118 (Società Italiana Sistema 118). Questi nuovi casi vengono definiti Covid-like (simil-Covid) e ad oggi sono in continuo aumento.
Non si sa ancora se le polmoniti interstiziali riscontrate in questi pazienti siano dovute a una forma più lieve del coronavirus che sfuggirebbe al tampone o se tale problema possa essere causato da altri fattori. Gli esperti intanto si pongono domande sulla reale efficienza dei tamponi come strumento diagnostico.
Casi Covid-like negativi al tampone: l’allarme del 118
Assenza di tosse, nessuna difficoltà a respirare e tamponi negativi, eppure le TAC svelano nei soggetti polmoniti interstiziali come quelle rilevate nei pazienti COVID. Questi sono i nuovi numerosi casi che si stanno registrano nelle ultime settimane.
“Sono (casi) del tutto simili a COVID ma senza che il virus emerga dal tampone, talvolta lo scoviamo solo nel liquido del lavaggio bronco-alveolare” spiega Balzanelli.
A fare eco al presidente della SIS118 anche il virologo Fabrizio Pregliasco che ha confermato: “È vero: sono stati rilevati casi simil-Covid e preoccupano perché potrebbero sfuggire”, proprio a causa della negatività del tampone. Pregliasco spiega che questo fenomeno è stato analizzato in uno studio condotto a Codogno e pubblicato sulla rivista scientifica Radiology che ha rivelato “la presenza di polmoniti in pazienti asintomatici o paucisintomatici”.
Diminuiscono i positivi
Numerosi casi di questo tipo sono emersi a Taranto nella fase post lockdown. Balzanelli spiega che nel comune pugliese i pazienti positivi risultano sempre meno, ma in compenso si registra un preoccupante aumento di casi Covid-like. Ad oggi infatti si è riscontrato che 45 pazienti su 100 sono risultati negativi a due tamponi nonostante avessero contratto la malattia.
“Quando li abbiamo presi in carico avevano la sintomatologia clinica e il quadro radiologico di polmonite interstizio-alveolare da COVID-19 diagnosticata con TAC al torace che dava esattamente l’immagine ’a vetro smerigliato’ del virus” spiega il presidente.
Il dato è preoccupante perché implica che i tamponi possano essere inaffidabili e quindi questi pazienti non gestibili: “ Un popolo che sfugge alle classifiche ma che, dal punto di vista clinico, è identico ai casi COVID. Mi diranno che non tutte le polmoniti interstiziali sono legate al coronavirus, ma in questo periodo fanno scattare un allarme ” afferma Balzanelli.
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I tamponi non sono efficaci?
Ad oggi è già emerso che il numero di positivi e decessi per coronavirus in Italia, come nel resto del mondo, sono sottostimati soprattutto per il fatto che non tutti sono sottoposti a tampone. Ora però ci si chiede se anche il tampone stesso possa essere messo in dubbio come strumento efficace a individuare chi ha il coronavirus.
Facendo riferimento al caso di Taranto, Balzanelli spiega che nell’ultimo mese sono stati trattati 283 casi sospetti, di cui il 74,2% con sintomi compatibili con il coronavirus, ma negativi sia al tampone che alla TAC, il 13% risultava invece positivo sia a tampone che TAC, mentre il 12% positivo alla TAC ma non al tampone.
“È evidente che i tamponi possono non rilevare la positività, questo dato emerge dalla nostra esperienza e il numero è decisamente alto il che ci induce a ritenere che il numero attuale di positivi alla malattia sia di molto sottostimato” conclude Balzanelli.
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