Giornata convulsa per il mercato russo: la Borsa di Mosca cade a picco e il rublo affonda alla notizia dell’attacco di Putin. Tutti gli asset della Russia sono rimasti colpiti: cosa è successo.
Mercati russi cadono a picco: le azioni sono crollate quando gli attacchi militari in tutta l’Ucraina hanno spinto la banca centrale a intervenire in emergenza e gli investitori si sono preparati per il più duro round di sanzioni occidentali mai visto, spazzando via fino a $259 miliardi di valore di mercato azionario.
Il rublo è rimbalzato dai minimi storici soltanto dopo che l’istituto centrale russo ha annunciato interventi sul cambio. Al momento in cui si scrive, il tasso USD/RUB scambia a 83,2165, con un balzo del 2,61%.
Nessun asset russo è rimasto illeso finora, con azioni e obbligazioni che sono crollate mentre gli investitori hanno fatto il punto sull’invasione e sulla prospettiva che seguiranno sanzioni occidentali.
Russia: mercati finanziari nel caos, che succede?
Un vero e proprio tsunami si è abbattuto su Borsa russa, rublo e asset finanziari del grande Stato euroasiatico.
Il costo per assicurare il debito russo contro l’insolvenza è salito ai massimi dal 2009 e le azioni sono crollate fino al 45%, la loro più grande ritirata di sempre.
La Banca di Russia ha dichiarato che interverrà nel mercato dei cambi per la prima volta da anni e adotterà misure per domare la volatilità dei mercati finanziari.
Nello specifico, non è stato menzionato l’aumento dei tassi di interesse, ma la fornitura di ulteriore liquidità alle banche offrendo 1 trilione di rubli (11,5 miliardi di dollari) in un’asta pronti contro termine overnight. I responsabili politici hanno aumentato il tasso di riferimento di 525 punti base negli ultimi 12 mesi per domare l’inflazione.
I rendimenti delle obbligazioni in rubli OFZ a 10 anni di riferimento russo, che si muovono inversamente ai prezzi, sono saliti al 10,93%, il livello più alto dall’inizio del 2016.
Sul fronte azionario, mentre si scrive, l’indice RTS denominato in dollari sta perdendo il 36%. Il MOEX russo basato sul rublo scende a 2.019,03 punti dopo aver toccato 1.681,55, il minimo dall’inizio 2016.
Il più grande prestatore russo Sberbank, le cui azioni giovedì hanno perso quasi il 40% in un giorno, ha affermato di essere preparata a qualsiasi sviluppo e di aver elaborato scenari per garantire la protezione dei fondi, dei beni e degli interessi dei propri clienti in caso di sanzioni.
Gazprom scambia con il 38% in meno.
Banca centrale russa: quali mosse per salvare l’economia?
Le prospettive economiche a breve termine per la Russia non sono rosee.
Secondo alcuni analisti, ci si aspettava che il rublo ricevesse sostegno dalla ripresa economica della Russia e dai prezzi elevati del petrolio e del gas, la sua principale esportazione, ma le sanzioni e l’avversione al rischio lasciano poco spazio alla sua ripresa, il che significa una riduzione del tenore di vita e una maggiore inflazione.
Per questo, i riflettori si accendono sulla banca centrale russa. Secondo Piotr Matys, uno stratega di InTouch Capital Markets a Londra, un aumento degli oneri finanziari potrebbe essere fuori discussione per ora, anche se la decisione di aumentare i tassi in futuro dipende da come andrà il rublo.
Se la valute raggiunge e supera in modo relativamente rapido 100 contro il dollaro, potrebbe entrare in gioco la possibilità di un aumento del tasso, ha affermato. Le opzioni valutarie vedono una probabilità superiore al 50% che il rublo tocchi quota 100 per dollaro nel secondo trimestre, secondo i dati compilati da Bloomberg.
Alla banca centrale potrebbe essere chiesto un maggiore sostegno se le principali società e istituti di credito russi saranno presi di mira dall’Occidente.
Sofya Donets, economista presso Renaissance Capital a Mosca, ha affermato che le opzioni della banca centrale includono la possibilità di imporre restrizioni al flusso di capitali transfrontaliero e agli acquisti di attività, concentrandosi in particolare sul debito interno in rublo.
Secondo gli analisti, la banca centrale potrebbe allentare la pressione sulla valuta poiché le sue riserve di oro e forex hanno raggiunto livelli record di quasi 640 miliardi di dollari.
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