Brexit: cos’è il no-deal, qual è il significato del termine e perché le sue conseguenze spaventano così tanto? Una guida
Brexit: cos’è il no-deal e qual è il significato del termine che sta continuando a far tremare Regno Unito e Unione europea?
Le domande sono di stretta attualità: Bruxelles e Londra, infatti, restano ben lontane da un accordo e il tempo sembra davvero scaduto per continuare a dialogare. Il periodo di transizione finirà il 31 dicembre e da inizio 2021 sarà divorzio.
Il rischio è di cominciare le nuove relazioni senza un’intesa su questioni chiave. La strada della Brexit è stata lunga e molto complessa.
Nella primavera del 2019 le ripetute bocciature dell’intesa e le crescenti pressioni interne hanno portato Theresa May a dimettersi da primo ministro imponendo ai più scettici di rispolverare lo spettro del no-deal.
La palla è passata allora a Boris Johnson, che dopo le elezioni di dicembre 2019 è tornato al potere più forte che mai ed è riuscito a concretizzare la Brexit il 31 gennaio del 2020. Il no-deal però non è stato messo da parte, ma ha soltanto cambiato significato.
L’accordo politico raggiunto a inizio anno ha infatti aperto le porte a una fase di transizione entro la quale le parti dovranno trovare un accordo di natura commerciale. Tuttavia, il divario tra le condizioni sembra incolmabile e sia Regno Unito che Unione Europea appaiono pronte al no-deal.
Ma cos’è, qual è il vero significato del termine e quali potrebbero essere le sue conseguenze?
Cos’è il no-deal: significato
Letteralmente il termine può essere tradotto come «nessun accordo». In generale potremmo dunque definire il no-deal come una Brexit senza intese tra Regno Unito e Unione europea.
L’ipotesi nella sua accezione più ampia è iniziata a circolare non appena i negoziati tra le parti hanno incontrato i primi ostacoli. Poi quando a gennaio 2020 il divorzio si è concretizzato, il no-deal ha assunto un significato più ristretto.
Il 1° febbraio scorso è iniziato ufficialmente un periodo di transizione nel quale Regno Unito e UE dovranno trovare un accordo di natura commerciale. Se l’intesa non sarà raggiunta entro la fine dell’anno si concretizzerà lo scenario del no-deal che avrà diverse conseguenze per entrambe le parti.
Quali conseguenze?
Oltre ad essersi interrogato sul “cos’è il no-deal” il mercato si è anche chiesto quali potrebbero essere i suoi effetti. In generale, l’uscita del Regno Unito dall’UE senza un accordo avrebbe imponenti conseguenze per entrambe le parti.
I rapporti tra Londra e Bruxelles inizierebbero ad essere assoggettati alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) cosa che determinerebbe l’introduzione di nuovi dazi, tariffe e controlli doganali.
Uno scenario negativo per entrambe le economie, messe duramente alla prova dall’emergenza coronavirus, che imporrà ai rispettivi PIL di archiviare il 2020 con forti flessioni.
Quel che è chiaro è che per il suo stesso significato, il no-deal aprirebbe le porte ad un periodo di profonde differenze rispetto all’epoca attuale. Non sarà facile trovare un accordo visto che quest’ultimo dovrà ottenere il via libera di tutti gli Stati membri.
E su aspetti salienti, come il diritto di pesca nelle acque britanniche, la concorrenza delle imprese e la governance, i Paesi europei non vogliono transigere.
La Francia ha promesso il veto senza garanzie di tutela nel capitolo pesca e anche Germania e Italia hanno dichiarato di non volere un accordo a tutti i costi, soprattutto se a svantaggio delle proprie imprese.
A chi si chiede oggi cos’è il no-deal e quali potrebbero essere le sue conseguenze, insomma, potremmo rispondere definendolo uno scenario particolarmente impegnativo per entrambe le parti. Con esso, i rapporti UK-UE verrebbero radicalmente modificati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA