Le ultime notizie della guerra in Ucraina: dopo la pubblicazione di foto e video che proverebbero il massacro di civili a Bucha a opera dei soldati russi, Enrico Letta ha chiesto un embargo a petrolio e gas provenienti dalla Russia.
I fatti di Bucha potrebbero essere uno spartiacque nella guerra in Ucraina, con le trattative diplomatiche che adesso rischiano di arenarsi dopo i segnali positivi della tre giorni di colloqui in Turchia: la bozza di accordo di pace che secondo i negoziatori di Kiev sarebbe già pronta per essere discussa nel corso di un possibile incontro tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, ora potrebbe essere riposta tristemente nel proverbiale cassetto.
Dopo il ritiro delle forze di Mosca dalla zona di Bucha, città che si trova poco distante da Kiev, sono state pubblicate delle foto e dei video che immortalano civili morti lungo le strade anche con le mani legate.
Per le autorità ucraine i morti sarebbero oltre 400 ma per la Russia si tratterebbe di “fake prodotti da Kiev e dai media occidentali”, anche se a supporto delle immagini ci sarebbero le testimonianze dei giornalisti dell’Associated press.
Unanime è stata la condanna internazionale ai fatti di Bucha, anche se solo un’indagine internazionale potrà stabilire cosa sia realmente accaduto nella città ucraina viste le accuse di crimini di guerra. Nel frattempo l’Unione europea ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia.
Emblematico a riguardo è stato un tweet da parte di Enrico Letta: “Quante Bucha servono prima di passare a un embargo completo su petrolio e gas russi? Il tempo è finito”. A stretto giro il segretario del Pd poi ha aggiunto “Bucha. Noi stiamo col popolo ucraino. Noi stiamo contro la barbarie della guerra di Putin”.
Se finora l’Italia da quando è scoppiata la guerra non ha mai seriamente preso in considerazione l’eventualità di uno stop all’importazione del gas e del petrolio russo, i fatti di Bucha potrebbero cambiare tutto visto che in Europa, non solo da parte di Letta, sono state tante nelle ultime ore le richieste di una mano pesante nei confronti della Russia.
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Gli sviluppi della guerra
Come è emerso dalla ritirata da Bucha, con le forze ucraine che ora controllerebbero l’intera regione di Kiev, l’esercito russo starebbe ripiegando a Nord verso la Bielorussia per riposizionare le sue truppe visto il prolungarsi della guerra.
Non si allenta però la morsa di Mosca a Sud, con i bomabrdamenti che si sarebbero intensificati particolarmente a Odessa, ultimo avamposto che separa i territori controllati dalla Russia da quelli in mano da anni ai ribelli filo-russi della Transnistria.
Intanto resta un mistero il bombardamento al deposito petrolifero di Belgorod, che si trova nel territorio russo ed è fondamentale per i rifornimenti dei mezzi di Mosca: per il Cremlino l’attacco potrebbe complicare le trattative diplomatiche, ma l’Ucraina ha smentito di essere la responsabile del primo atto di guerra in territorio russo.
Polonia pronta a ospitare armi nucleari
“Se gli americani ci chiedessero di piazzare le loro armi nucleari sul nostro territorio, noi saremmo pronti a farlo. Sarebbe una mossa che rafforzerebbe in modo netto la deterrenza nei confronti della Russia”.
Ad affermarlo nel corso di un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag è stato Jaroslaw Kaczynski, dal 2003 leader del partito di governo Diritto e Giustizia e attuale vicepresidente dell’esecutivo guidato da Mateusz Morawiecki.
Se per Kaczynski che è un politico molto influente in Polonia, Varsavia sarebbe pronta a ospitare nel suo territorio armi nucleari americane come deterrente nei confronti della Russia, una eventualità del genere potrebbe essere vista da Mosca come una grave minaccia alla propria sicurezza nazionale con tutte le conseguenze del caso.
L’emergenza profughi
Stando all’ultimo bollettino del Viminale, da quando è iniziata la guerra sono oltre 81.379 i rifugiati ucraini arrivati in Italia: nel dettaglio si tratta di 42.181 donne, 8.285 uomini e 31.273 minori.
Rispetto al giorno precedente l’incremento è stato di 1.117 persone arrivate nel nostro Paese: per l’Onu al momento sarebbero già circa 4 milioni i profughi generati dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Nei giorni scorsi nel corso di una conferenza stampa, la Protezione civile ha illustrato come funzioneranno i rimborsi per chi ospita i profughi: 300 euro al mese (150 euro per i minori) per ogni profugo per un massimo di tre mesi.
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