Sei giorni fa Coinbase lanciava sull’indice Nasdaq la sua attesissima Ipo. Quello stesso giorno, il CEO Brian Armstrong, il co-fondatore Fred Ehrsman ed altri insider capitalizzavano al meglio la fibrillazione del mercato cedendo migliaia di azioni.
Si apre il caso Coinbase. Sei giorni fa l’exchange lanciava la sua attesissima Ipo sull’indice Nasdaq, e in quelle ore - si scopre ore dalla SEC - il CEO Brian Armstrong, il co-fondatore Fred Ehrsman ed altri insider passavano alla cassa vendendo migliaia di azioni.
Una pratica lecita, seppure spesso contestata, e che ricorda per certi versi il sell-off del CEO di Pfizer - nel giorno in cui vennero rivelate le prime notizie sull’efficacia del vaccino - di oltre 100.000 azioni della Big Pharma USA.
Coinbase, il CEO vende azioni a guadagna quasi €300 milioni
Nel dettaglio, il CEO di Coinbase - che deteneva prima dell’Ipo l’11% delle azioni di classe A e il 22% di quelle di classe B - ha passato di mano tre differenti pacchetti per un totale di 749.999 azioni, ad un prezzo che oscillava tra i 381 e i 410 dollari, mettendosi in tasca 291,8 milioni.
Anche il cofondatore Fred Ehrsman, che custodiva nel suo portafoglio personale l’11,4% delle azioni di classe A e il 9% di quelle di classe B, ha capitalizzato la maxi-Ipo di Coinbase, cedendo 298.789 azioni ad un prezzo medio di 374,7 dollari e incassando 111,9 milioni.
Tra gli altri insider, invece, spicca il CFO Alesia Haas, che nella ventiquattrore dell’Ipo ha ceduto 255.000 azioni ad un prezzo medio di 388,7 dollari, portando a casa 97,5 milioni.
Azioni in lieve rialzo dopo l’Ipo
Ora, aldilà dei guadagni dei vertici Coinbase, come sono andate le prime sedute post-Ipo per le azioni targate COIN? Pur senza brillare, l’exchange ha mantenuto dritta la barra, finendo per realizzare nelle prime sei sedute un rialzo dell’1,4%, dai 328,2 dollari dello scorso mercoledì alla quotazione di chiusura di ieri, 333, con market cap a 61,9 miliardi.
Quotazione Coinbase dal 14/4/2021 (Ipo) al 20/4/2021
Il valore corrente delle azioni è tuttavia sensibilmente inferiore ai livelli raggiunti nei picchi dell’esordio sull’indice tech, con Coinbase che si era spinto nella mattinata fino a 429,5 dollari, per una capitalizzazione di mercato a 112 miliardi di dollari. Una cifra, quest’ultima, di gran lunga superiore alle quote toccate con le negoziazioni pre-Ipo sul mercato grigio del Nasdaq.
Ma se, nel complesso, Coinbase è riuscita sin qui a muoversi in territorio positivo rispetto alla seduta dell’Ipo, il passo debole del Bitcoin ed Ethereum ha finito comunque per contagiare anche l’exchange. Non una sorpresa, visto che per buona parte degli analisti la quotazione di Coinbase è destinata a rimanere legata a doppio filo alle performance delle due crypto.
Lo scorso fine settimana, dopo aver raggiunto i massimi storici, il BTC è scivolato sulla soglia dei 51.000 dollari, per poi rimbalzare. Peggio è andata ad Ethereum, che non è ancora riuscita ad arrestare l’emorragia e scambia ora a 2.132 dollari, -15,2% dal record della scorsa settimana. E così anche Coinbase, che venerdì aveva toccato un picco post-Ipo di 341,5 dollari, si muove in rosso del 2,4%.
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