L’importo della pensione è influenzato soprattutto da due fattori: l’età di accesso e il numero di contributi versati.
Scegliere di andare in pensione subito o attendere ancora qualche anno potrebbe cambiare l’importo della pensione? Cerchiamo di capire cosa influisce sul calcolo e comprendere quanto conviene o meno permanere al lavoro rispondendo ad un nostro lettore che ci scrive:
“Ho visto che posso chiedere un informazione . Lavoro alle Poste e a ottobre maturo gli anni per poter accedere a quota 100, solo che leggendo ho visto che si può, continuare a lavorare fino al compimento dei 67 anni. Se decidessi di rimanere in servizio per altri due o tre anni, posso farlo e l ’importo della pensione sarebbe lo stesso anche con contributi maggiori? Ringrazio per una vostra cortese risposta”.
Calcolo pensione spettante
Se raggiunge i requisiti di accesso alla quota 100 entro il 31 dicembre 2021 potrà esercitare il diritto acquisito alla pensione anche negli anni successivi visto che lo ha cristallizzato.
Pur avendo raggiunto il diritto alla quota 100, infatti, è una sua libera scelta accedere alla quiescenza o continuare a lavorare fino al diritto alla pensione di vecchiaia (o anche solo per un anno o due). Se decide, quindi, di rimanere in servizio per qualche altro anno o fino al raggiungimento dei 67 anni, quindi, può farlo tranquillamente, l’accesso alla quota 100 non è obbligato ma volontario.
Ovviamente se decide di continuare a lavorare questo influirà sulla sua futura pensione: l’assegno spettante, infatti, è calcolato sui contributi versati al momento dell’accesso alla pensione e, quindi, continuando a lavorare aumenterebbe gli anni di contributi versati e, di fatto, anche la pensione spettante.
La pensione, infatti, viene calcolata sui contributi versati e viene influenzata anche dall’età in cui si decide di accedere: maggiore è l’anticipo e maggiormente è sconveniente il coefficiente di trasformazione applicato al montante contributivo (rilevante per la quota contributiva della pensione, ovvero per il contributi maturati dopo il 1995).
Il coefficiente di trasformazione, infatti, sale al salire dell’età rendendo maggiormente conveniente la trasformazione dei contributi in pensione. Ovviamente se si accede alla quota 100 a 62 anni il coefficiente di trasformazione sarà più basso rispetto a quello che verrebbe applicato a 67 anni.
Proprio per questo motivo si dice che l’anticipo pensionistico ha sempre un costo anche se la misura che si sceglie non prevede penalizzazioni: permanendo al lavoro più a lungo, infatti, si alza il numero di anni di contributi che concorrono al calcolo della pensione e si raggiunge un coefficiente di trasformazione più vantaggioso.
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