Le vacanze estive fermano l’iter di approvazione del ddl Zan. Che fine ha fatto e quando ci sarà la votazione definitiva del testo?
Che fine ha fatto il ddl Zan dopo mesi di interviste, trasmissioni televisive e pareri infuocati degli influencers? Da qualche tempo non se ne sente più parlare (o quasi) se non riguardo alla valanga di emendamenti presentati dall’opposizione, non ancora visionati.
Il Parlamento non riuscirà a mantenere la promessa di approvare velocemente il testo: il 5 agosto segna la fine dei lavori del Senato mentre venerdì 6 è l’ultimo giorno per la Camera. Un mese di pausa che farà slittare il testo in autunno, tra elezioni amministrative, riforma del Fisco e della Giustizia.
Ddl Zan slitta a settembre
La prima settimana di agosto segna la fine dei lavori parlamentari in Senato e alla Camera; quindi la discussione sugli emendamenti presentati al ddl Zan slitta a settembre. I lavori in Parlamento riprenderanno lunedì 6, ma non è possibile anticipare quando sarà calendarizzato il testo.
Significa che la legge contro l’omotransfobia andrà in “vacanza” insieme a deputati e senatori. Scelta premeditata o casualità? Non possiamo saperlo, ma è certo che in questo modo il ddl Zan rischia di accavallarsi con le elezioni amministrative di autunno, assumendo le vesti di una “bandiera da sventolare” funzionale alla propaganda politica.
Il testo del disegno di legge inoltre potrebbee essere nuovamente messo da parte per favorire l’approvazione dalla riforma della Giustizia e dalla legge delega per la riforma Fiscale, anch’esse slittate a dopo l’estate.
Il tentativo (fallito) di Italia Viva
Un tentativo di votare la legge contro l’omotransfobia e le discriminazioni di genere prima della pausa estiva è stato compiuto dai renziani, che hanno tentato di inserire la discussione sul ddl nell’ordine del giorno dell’ultima conferenza dei capigruppo, prima della pausa di agosto.
E invece il tentativo è fallito trascinando via la possibilità di revisionare la montagna di emendamenti presentati. Tra i punti “contestati” della legge c’è l’articolo 1, dove viene resa le definizione di “identità di genere”; ma su queste e altre problematiche - come le modifiche al Codice penale - non se ne riparlerà prima di metà settembre.
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