Cina: gli ultimi indicatori economici confermano il trend di crescita da record del Dragone. Ma la potenza asiatica mostra anche debolezze di sistema.
La Cina continua a macinare record economici.
Gli ultimi dati aggiornati e ufficiali hanno evidenziato una crescita eccezionale nei primi due mesi dell’anno.
Tuttavia, il ritmo produttivo del Dragone e la sua innegabile ripresa nascondono segnali di disomogeneità: cosa si cela, davvero, dietro il boom della Cina?
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I dati ufficiali rilasciati lunedì mostrano tassi di crescita senza precedenti di oltre il 30% per gli indicatori chiave.
La crescita della produzione industriale del 35,1% ha superato le aspettative degli economisti del 32,2%
Volano settori quali produzione mineraria con un +17,5%, utility a +19,8% e manifatturiero in crescita del 39,5%.
In combinazione con forti dati sulle esportazioni per gennaio e febbraio, le statistiche mostrano che la Cina ha in gran parte continuato il modello stabilito lo scorso anno, con una ripresa basata sulla crescita della produzione industriale per l’esportazione e gli investimenti in settori come quello immobiliare.
Secondo gli economisti, di fatto il Dragone ha continuato a ritardare gli sforzi per riequilibrare l’economia verso la domanda dei consumatori interni.
Le vendite al dettaglio sono aumentate del 33,8% nel periodo, battendo una previsione del 32% in un sondaggio di Bloomberg degli economisti.
Su una base media di due anni, che corregge l’enorme calo registrato lo scorso anno quando la Cina ha introdotto restrizioni pandemiche, l’aumento delle vendite al dettaglio è stato del 3,2%, in netto contrasto con la crescita dell’8,1% della produzione industriale nello stesso periodo.
Le vendite al dettaglio a febbraio sono balzate solo dello 0,56% rispetto al mese precedente, secondo i dati.
Liu Aihua, portavoce dell’ufficio statistico cinese, ha quindi commentato:
“Sul piano interno, la ripresa squilibrata è ancora notevole e le basi per il rilancio economica non sono ancora solide.”
Allarme disoccupazione in Cina
C’è poi un altro dato da aggiungere a quello straordinario della produzione industriale. E per la Cina si tratta di un numero da tenere sotto controllo.
A un anno dalla pandemia di coronavirus, i giovani cinesi hanno ancora difficoltà a trovare lavoro.
Il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra 16 e 24 anni era del 13,1% a febbraio, molto al di sopra del tasso nazionale di disoccupazione urbano del 5,5%.
Di fatto, il dato è rimasto lo stesso del periodo all’apice della pandemia di un anno fa.
E questa è una sfida ancora tutta da affrontare per l’economia della Cina.
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