Il Carroccio vuole presentare un suo testo per superare quello approvato a novembre da Pd e M5s. E questo potrebbe far ripartire l’iter della legge da capo. Ma...
«Il testo della Lega è pronto, ce l’ho qui in mano. Lo presenteremo articolo per articolo in una conferenza ad hoc»: così Matteo Salvini oggi ha annunciato un’iniziativa parlamentare del Carroccio sul Ddl Zan contro l’omotransfobia in quello che sembra più un tentativo di sabotaggio che un modo per trovare un’intesa con il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle.
Come la Lega vuole sabotare il Ddl Zan
Il testo, ancora in bozza, prevede nel primo articolo l’inasprimento delle pene per coloro che recano offesa agli altri «per origine etnica, orientamento sessuale, disabilità», e più in generale nei confronti di chi è vulnerabile. Nella categoria dovrebbero rientrare anche le offese agli anziani, come ha annunciato il leghista Andrea Ostellari, autoproclamatosi relatore del Ddl.
Ma la mossa serve soprattutto a sparigliare le carte in Commissione giustizia, dove il centrodestra in maggioranza potrebbe decidere di cominciare l’esame dal testo del Carroccio e non da quello del deputato dem Alessandro Zan. Costringendo di fatto all’allungamento dei tempi per l’approvazione del Ddl che ha già ricevuto il via libera della Camera lo scorso 4 novembre ma che, in caso di modifiche, dovrebbe così ricominciare il suo iter da capo.
Rischiando di dover rinviare l’approvazione definitiva alla prossima legislatura, visto che il centrodestra punta alle elezioni anticipate dopo aver mandato Mario Draghi al Quirinale. Ma con una nuova maggioranza in Parlamento il Ddl potrebbe anche finire per essere definitivamente affossato.
La contromossa: portare il Ddl direttamente in Aula
La contromossa di Pd e M5s potrebbe essere un contro-blitz per portare il Ddl direttamente in Aula scavalcando il percorso della commissione. «Andiamo in aula con coraggio, senza relatore, c’è la maggioranza del Conte bis, ovvero M5Stelle, Pd, Leu, Iv, le Autonomie, un pezzo del Misto», ha detto ieri Monica Cirinnà del Pd. «Bisogna avere la dignità di essere parlamentari per uscire dal pantano. La battaglia si fa in campo aperto, cioè in aula». Una possibilità sostenuta anche dalla grillina Alessandra Maiorino: «Per noi il testo base resta il ddl Zan, votato alla Camera a larga maggioranza. Se continuerà lo stallo in commissione siamo favorevoli ad un accordo di maggioranza per portare il testo direttamente nell’aula del Senato».
Il problema è che nel centrosinistra non tutti la pensano allo stesso modo. Nei giorni scorsi Italia Viva, che continua la sua guerra sotterranea con gli ex alleati del Conte Bis, ha proposto modifiche che porterebbero alla necessità di una nuova approvazione da parte di Montecitorio. Ma anche nel centrodestra le acque sono agitate: molti esponenti di Forza Italia hanno annunciato il loro sì alla legge dopo l’annuncio ufficiale del no arrivato dall’europarlamentare e vicepresidente del partito di Berlusconi Antonio Tajani.
E allora magari la via per arrivare all’approvazione rapida del Ddl, anche se piuttosto stretta, potrebbe essere percorribile proprio cercando di fare leva sulle opposte sensibilità nel centrodestra riguardo l’argomento (persino Alessandra Mussolini si è schierata a favore). Ma occorre muoversi in fretta. E soprattutto uniti. Ed è questa la cosa più difficile.
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