Come diventare doppiatore, quanto guadagna e cosa fa

Claudio Garau

8 Febbraio 2022 - 21:36

Diventare doppiatore significa svolgere una professione per la quale non basta il talento naturale. Occorre infatti frequentare dei corsi ad hoc, in cui affinare le proprie abilità.

Come diventare doppiatore, quanto guadagna e cosa fa

Quella del doppiatore è una professione non così conosciuta, ma è sicuramente un lavoro in grado di dare ampie soddisfazioni a chi lo svolge. Tuttavia, prima di poter esercitare questa attività, occorre sviluppare una serie di abilità e portare avanti un percorso di formazione con dedizione e passione. Non ci si improvvisa, insomma.

Vero è che un buon doppiatore ha altresì del talento naturale, una predisposizione che già dalle prime prove di valutazione, può emergere con evidenza.

Di seguito intendiamo dare tutte le informazioni chiave per chi è interessato a svolgere il percorso per diventare doppiatore, con la precisazione che il professionista del campo può potenzialmente trovare lavoro non soltanto prestando la sua voce in un film, ma anche per altre produzioni come ad es. gli spot pubblicitari, i cartoni animati e i documentari. Vedremo anche qual è, all’incirca, il guadagno per chi svolge questo mestiere, onde contribuire ad avere un’idea sul piano delle prospettive economiche per chi ha come sogno nel cassetto quello di doppiare qualche ’personaggio o attore famoso. Ecco i dettagli.

Come diventare doppiatore: il profilo di colui che svolge questa professione

Onde sgomberare il campo da ogni possibile dubbio, ricordiamo preliminarmente chi è il doppiatore. Ebbene, questi è colui che - letteralmente - doppia, ossia dà la sua voce ai personaggi dei film o delle serie televisive o di tante altre produzioni. Di fatto prima di doppiarli, li studia, li impara a conoscere in tutte le loro particolarità, al fine di poter rendersi al meglio interprete delle loro emozioni e dell’intensità delle loro parole.

Un doppiatore capace e preparato si distingue per essere una persona assai versatile, che sa calarsi nei panni dell’attore che doppia, sfruttando esclusivamente la sua voce. Da notare un dettaglio non di poco conto: chi ascolta, sentirà solo la voce del doppiatore, ma questi frequentemente - per interpretare meglio il proprio ruolo - si comporta proprio come l’attore o il personaggio doppiato, prestando sempre la massima attenzione ai suoi movimenti e ai suoi gesti. Perciò non sorprende che il doppiatore gesticoli, passeggi, e si comporti nel modo ritenuto più opportuno per calarsi nella parte e dunque per doppiare con efficacia. Ecco perché, in qualche modo, anche il doppiatore è un attore, seppur dietro le quinte.

Come diventare doppiatore: alcuni doti innate per riuscire a sfondare

Al di là delle nozioni e degli elementi che si imparano presso la scuola di doppiaggio, non bisogna dimenticare che il doppiatore è di fatto un attore specializzato nel lavoro con microfono. Pertanto, si debbono considerare anche un certo numero di doti innate o naturali, o che sono state coltivate nel tempo, e dunque anche prima di iscriversi alla scuola di doppiaggio. Ecco in sintesi quali sono:

  • grande passione per cinema e televisione;
  • forte determinazione a livello di carattere;
  • capacità di immedesimarsi in un ruolo specifico senza timidezze o blocchi particolari;
  • naturale capacità di modificare la propria voce in base alla tipologia di personaggio e alla situazione da doppiare;
  • possesso di una voce pulita, duttile e possibilmente libera da marcate inflessioni dialettali.

Questi elementi sono sicuramente significativi al fine di completare il percorso e diventare un doppiatore a tutti gli effetti, ma a ciò si aggiunge anche il livello di conoscenza delle lingue ed in particolare dell’inglese. Proprio quest’ultima aiuta infatti a comprendere meglio il testo recitato dall’attore in lingua originale e l’inflessione drammatica o comica che è data alla particolare situazione da doppiare.

Come diventare doppiatore: il ruolo essenziale del percorso formativo

Abbiamo accennato al fatto che la voce in un doppiatore fa sempre la differenza, deve essere naturalmente gradevole o particolare. Ma ovviamente servono ulteriori elementi, al fine di diventare doppiatore e lavorare nel settore. Per esempio serve dimestichezza con il microfono e soprattutto una dizione molto buona, ossia la capacità di pronunciare le parole in modo corretto e senza inflessioni dialettali.

Anzi sono praticamente fondamentali i corsi di dizione, fonetica e recitazione. Proprio la recitazione ha rilievo in questa professione, perché nel relativo corso si imparano le tecniche di respirazione e rilassamento, di concentrazione, controllo del corpo e gestione dello spazio.

Se la formazione appena citata serve a sviluppare doti di attore, non bisogna comunque dimenticare che ad essa deve seguire la formazione in una scuola di doppiaggio, ossia quel luogo in cui è insegnato tutto ciò serve per diventare un doppiatore di successo e dove di fatto si impara il mestiere.

Rimarchiamo altresì che un titolo di studio specifico non è obbligatorio per diventare doppiatore, tuttavia vero è che una laurea in scienze dello spettacolo o in lettere può tornare utile. Soprattutto rileva il fatto che vi sono percorsi formativi offerti da rinomate scuole del settore che possono trasformare la passione per il cinema in un vero e proprio lavoro. Le scuole più note si trovano nelle maggiori città italiane, come Milano o Roma, perciò occorre considerare l’ipotesi di un trasferimento, nel caso si voglia frequentare il corso di doppiaggio senza fare pendolarismo.

Attenzione all’elemento dei costi: infatti questi possono variare a seconda dei professionisti coinvolti e del numero di studenti accettati per sessione.

Sempre dal punto di vista formativo, è auspicabile inoltre frequentare il più possibile le sale di doppiaggio per imparare sul campo i trucchi del mestiere e confrontarsi con i professionisti: non soltanto doppiatori, ma anche fonici, traduttori e dialoghisti.

Diventare doppiatore: come scegliere il corso di formazione? Alcune indicazioni pratiche

Non stupisce di certo che oggi in Italia esistano tantissimi corsi per diventare doppiatore, ma non tutti sono davvero ’formativi’ e dunque efficaci per sviluppare quel livello di preparazione tale da poter svolgere la professione con successo ed ambizioni di carriera.

Pertanto un buon consiglio è sempre quello di evitare i corsi troppo brevi, che si svolgono in poche ore, che non hanno una cadenza ben definita e che appaiono realizzati in maniera improvvisata.

L’interessato a diventare doppiatore dovrà poi tener conto di altri elementi, al fine di poter scegliere una buona scuola di doppiaggio. Ad esempio sarà importante sapere se gli insegnanti sono davvero professionisti dell’ambito e non persone improvvisate: per ricevere un buon insegnamento occorre infatti che chi fa lezione, lavori con una certa costanza negli studi di doppiaggio.

Poi, come accennato, è importante la durata del corso, dalla quale deve emergere una buona strutturazione. Un corso di doppiaggio davvero professionale dura almeno un anno. Ma vero è che il fattore temporale può cambiare sulla scorta della frequenza settimanale delle lezioni e del numero dei partecipanti. Altro elemento che aiuta a scegliere con saggezza un efficace corso di doppiaggio è il fatto che in quest’ultimo si accetti un numero limitato di studenti: ciò contribuirà a creare il clima giusto per l’apprendimento ed eviterà dunque aule troppo affollate e rumorose.

Ulteriore fattore molto importante è rappresentato dall’articolazione del programma di studi, che deve essere chiaro, completo e dettagliato. Oggi grazie ad internet, è facilmente possibile controllare com’è organizzato il programma di un corso, onde non fare scelte avventate e spendere soldi inutilmente.

Diventare doppiatore: quanto si guadagna?

In conclusione, vediamo di rispondere ad una domanda che in molti si faranno e cioè a quanto ammonta il guadagno di un doppiatore. Ebbene, la risposta è piuttosto netta: un doppiatore non incassa uno stipendio fisso, giacché in questa professione la retribuzione può cambiare sulla scorta del ruolo assegnato dalla casa di doppiaggio e dalla tipologia di prodotto. Chiaro che più è importante quest’ultimo, maggiore sarà la cifra guadagnata.

In linea generale, possiamo dire che un doppiatore lavora come libero professionista con p. IVA, e i guadagni si fondano su quanto previsto dal contratto nazionale oppure, talvolta, sulla base degli accordi presi alla data in cui si supera un provino e si conquista la parte. Per la quantificazione del compenso, di solito sono rilevanti diversi fattori tra cui: il numero di turni previsti e le righe relative al personaggio da doppiare, incluse nel copione.

Un doppiatore formato guadagna non meno 70-80 euro circa per turno, come gettone di presenza, ed a ciò è sommata una cifra che cambia in base alle righe doppiate e il cui tetto massimo a turno cambia in rapporto al prodotto da doppiare.

Volendo stimare uno stipendio mensile medio, si può dire che un doppiatore con una buona esperienza incassi dai 2.500 euro al mese in su, ma il guadagno può ulteriormente salire in virtù dell’esperienza e della propria fama.

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