Come diventare elettricista, cosa fa e quanto guadagna

Claudio Garau

11 Febbraio 2022 - 10:30

L’elettricista qualificato ed esperto fa la differenza in una pluralità di situazioni diverse, ma per svolgere questa professione con competenza occorre rispettare un iter ad hoc. I dettagli.

Come diventare elettricista, cosa fa e quanto guadagna

La professione di elettricista, detto anche installatore di impianti, è una di quelle che non passa mai di moda. Anzi si tratta di una vera e propria figura chiave in una pluralità di situazioni diverse e tipiche del quotidiano degli ambienti domestici e aziendali.

Per lavorare come elettricista, occorre avere una solida preparazione e possibilmente una comprovata esperienza, in considerazione del fatto che le mansioni sono delicate e ad alto grado di responsabilità: questa figura si occupa infatti della manutenzione e della riparazione sia degli impianti elettrici civili che di quelli industriali. Insomma, per diventare un elettricista davvero qualificato, oltre a seguire uno specifico iter formativo, è necessario fare la differenza rispetto ad una folta concorrenza, essere periodicamente aggiornati e scegliere gli strumenti e gli utensili di lavoro adatti ad ogni contesto.

Di seguito intendiamo fare luce sul percorso per diventare elettricista, sugli sbocchi occupazionali, sulla varietà di mansioni quotidiane e ci soffermeremo altresì sulle prospettive di guadagno per colui che intende intraprendere questa professione. Ecco tutti i dettagli rilevanti su una attività lavorativa che può essere certamente considerata “evergreen”.

Come diventare elettricista

Non vi sono dubbi a riguardo: le figure professionali tecniche impongono una elevata preparazione nel campo di riferimento specifico, giacché il loro lavoro consiste nel garantire la sicurezza e l’efficienza di una determinata struttura.

Un elettricista qualificato e non improvvisato deve possedere conoscenze approfondite in alcuni ambiti come ad esempio il funzionamento dei circuiti elettrici, i concetti di elettrotecnica e il disegno tecnico. Ecco perché, come sopra accennato, un elettricista è spesso chiamato a svolgere il suo lavoro presso strutture industriali, e non è soltanto impiegato per le attività di manutenzione e progettazione d’impianti privati.

In virtù della legge n. 46 del 1990 - recante il titolo “Norme per la sicurezza degli impianti” - oggi è necessario avvalersi di tecnici autorizzati ed abilitati, al fine di realizzare specifici interventi sugli impianti elettrici. In termini pratici, la professionalità di un elettricista è determinata anzitutto dalla formazione teorica, e poi dall’esperienza sviluppata sul campo. Questi due aspetti sono strettamente connessi tra loro e consentono di distinguere un elettricista qualificato da chi non lo è.

Congeniale all’attività in oggetto è dunque una laurea in materia tecnica, conseguita presso un’università statale, o il diploma di scuola secondaria superiore con indirizzo tecnico, ottenuto ovviamente anche questo in un istituto statale o comunque legalmente riconosciuto. Da non dimenticare inoltre il periodo di prova presso un professionista o una ditta specializzata nel campo elettrico. Un altro percorso è altresì quello che consente l’ottenimento di un attestato in base alla legislazione sulla formazione professionale.

Ma attenzione: formazione significa anche pratica sul campo. Infatti, dopo aver sviluppato le necessarie conoscenze e competenze a livello teorico - grazie alle lezioni - colui che intende svolgere questa professione deve fare gavetta, mettendosi alla prova nelle situazioni pratiche di tutti i giorni, in cui serve l’aiuto di un elettricista. Ecco perché, dopo aver ottenuto il titolo di studio necessario, è determinante entrare nei programmi di stage previsti da diverse ditte o anche mettersi subito alle dipendenze di un professionista. Vero è però che un elettricista con poca esperienza, ma debitamente formato, può comunque iniziare a fare degli interventi in autonomia, di non elevata difficoltà.

Elettricista: quali sono le sue mansioni quotidiane?

La mansione principale dell’elettricista è quella di leggere ed interpretare schemi elettrici, installare e riparare gli impianti. Essendo in gioco nozioni strettamente tecniche, prima dell’esperienza pratica, è necessario sviluppare conoscenze teoriche in tema di elettrotecnica, circuiti, meccanica e funzionamento di motori e sistemi elettrici. Tutto ciò sarà di fondamentale importanza nell’ambito della prestazione professionale quotidiana.

In sintesi elenchiamo di seguito quelle che sono le attività più frequentemente svolte da un elettricista qualificato, nel corso del suo lavoro:

  • pianificazione di layout idonei per cavi e sistemi di cablaggio;
  • individuazione dell’attrezzatura adatta ad un certo lavoro;
  • lettura di schemi o disegni elettrici, architettonici e meccanici;
  • installazione di illuminazione, quadri elettrici, controlli automatizzati, condotti, prese di corrente, passerelle per cavi, porta scale, interruttori automatici;
  • ricerca e individuazione dei guasti;
  • riparazione e manutenzione degli impianti.

Come si può notare, si tratta di mansioni ad elevato grado tecnico, e perciò non può che rivelarsi necessaria la formazione ad hoc in materia. Anche l’esperienza sul campo, come detto, contribuirà a fare la differenza.

Vero è che con la grande varietà di attività da intraprendere, elencare cosa fa un elettricista e di cosa si occupa, è comunque piuttosto complicato. Non esiste una giornata di lavoro tipo dell’elettricista o una routine abituale da svolgere, anzi molto spesso il professionista è chiamato ad aggiornarsi e ad accrescere le proprie competenze, in considerazione di un lavoro mai monotono e che può presentare sempre nuovi risvolti.

Elettricista: quali sono gli sbocchi professionali?

Le opportunità occupazionali per un elettricista potenzialmente non mancano mai, ma è chiaro che occorrerà confrontarsi con una concorrenza assai variegata e composta da migliaia e migliaia di elettricisti sparsi in tutta Italia. Determinante ai fini dell’esercizio stabile dell’attività, sarà sempre e comunque la solida preparazione, teorica e pratica.

Da notare che, oltre alla possibilità di essere assunti come personale alle dipendenze, non pochi elettricisti scelgono di esercitare autonomamente detta professione aprendo una propria partita IVA.

Lo abbiamo accennato sopra: gli sbocchi professionali che si aprono a chi sceglie la professione tecnica in oggetto vanno oltre gli interventi per privati, pur sempre molto frequenti specialmente nei grandi centri urbani. Da considerare altresì tutte le strutture industriali come industrie, fabbriche, capannoni, studi professionali, aziende varie ed anche gli stessi uffici della PA. Ma attenzione a questo importante dettaglio: nel caso del lavoro come elettricista presso la pubblica amministrazione, occorre assumere il professionista e - per farlo - è necessario bandire un concorso ad hoc.

In ogni caso, al di là dello specifico sbocco occupazionale trovato dall’elettricista qualificato, si tratta di una professione che, con una costante attenzione verso l’aggiornamento, può garantire una sicura crescita, anche economica, nel corso del tempo.

Elettricista: a quanto ammonta lo stipendio?

Chiaro che in molti si potrebbero domandare quali sono le prospettive di guadagno, laddove si scelga di svolgere questa professione. Ebbene, rispondere non è difficile. Per chi intende svolgere questa professione, è utile sapere che sono in gioco più variabili, che incidono sull’entità dello stipendio. In particolare, rilevano le tipologie di mansioni svolte, l’esperienza e la competenza.

Possiamo stimare che uno stipendio di elettricista sia pari a circa 1.500 euro netti al mese. Ma chiaramente, aumentando l’esperienza, potrà crescere anche lo stipendio, in rapporto allo svolgimento di interventi anche piuttosto complessi. Ecco perché possiamo concludere che, a seconda della specializzazione, i ricavi mensili possono anche toccare i 3.500 euro netti al mese, in caso di profili molto qualificati ed esperti.

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