Come spiegare la guerra ai bambini

Giorgia Bonamoneta

24 Febbraio 2022 - 23:36

Si può parlare di guerra ai bambini? Secondo gli esperti sì, anzi si deve parlare di guerra ai bambini perché la censura rischia solo di creare un trauma. Ma cosa si fa? Ecco alcuni consigli.

Come spiegare la guerra ai bambini

La tensione tra Russia, Stati Uniti e Ucraina ha trovato una valvola di sfogo, ma non quella sperata. Vladimir Putin ha deciso, la scorsa notte, di invadere l’Ucraina e per tutta la giornata di oggi (giovedì 24 febbraio) non si è parlato d’altro.

In queste ore è quasi impossibile tenere lontani i bambini dall’informazione, dalle notizie dei terribili avvenimenti in Ucraina. Comunque nascondere e censurare del tutto l’attualità non è il metodo consigliato dagli esperti affrontare tali situazioni. Si può parlare di guerra ai bambini, si può parlare anche degli aspetti più brutti, come il dolore e la morte e si può avere paura. Le guerre sono sempre esistite e continueranno a farlo, così come la speranza, l’amore e la ripresa.

Per affrontare il discorso della guerra con i bambini bisogna mettersi prima di tutto in modalità di ascolto, capire quali sono i dubbi e le domande che vorticano nella testa dei più piccoli e aiutarli a comprendere cosa sta accadendo. Lasciarli da soli vorrebbe dire non fornire loro una chiave di lettura compassionevole e umanitaria.

In questo articolo metteremo insieme tutte le informazioni e i metodi per approcciare il discorso sulla guerra con i bambini. I consigli provengono da psicologi, pedagogisti e da altri bambini che hanno vissuto sulla propria pelle il trauma della guerra. Sul sito di Save the children è possibile trovare un file scaricabile con le lezioni e i giochi da fare con i bambini per spiegare loro al meglio la guerra e tutto ciò che comporta.

Come spiegare la guerra ai bambini: evitare la censura

Spiegare la guerra ai bambini occidentali, cresciuti nel privilegio di una vita pacifica, non è semplice. Affatto. Allo stesso modo non è semplice tenerli lontani da informazioni e notizie che potrebbero captare in moltissimi altri modi e senza una lente o una chiave di lettura mediata da genitori, tutori o insegnanti.

Censurare la realtà può solo isolare il bambino e non aiutarlo a comprendere quanto sta accadendo. I concetti di guerra, di dolore e paura possono essere spiegati senza il timore di traumatizzare i più piccoli. Certo, va utilizzato il giusto linguaggio e le corrette immagini.

Come spiegare la guerra ai bambini: accogliere le emozioni

Psicologi e pedagogisti hanno spiegato in diverse occasioni che la scelta migliore per affrontare il discorso della guerra è partire dalle emozioni. Dopo aver visto il telegiornale insieme ai bambini, o dopo aver letto un giornale o una notizia online, sarebbe bene chiedere ai bambini cosa provano, se hanno domande e dubbi su quanto sta accadendo.

Si affrontano così le emozioni, anche quelle negative. Si può invitare il bambino a disegnare quello che prova e a farsi spiegare, in seguito, il significato delle forme. Oppure si può chiedere ai più piccoli se ricordano un film con lo stesso tema. Potrebbe essere un’occasione per rivederlo insieme e soffermarsi sulla morale che trasmette.

Come spiegare la guerra ai bambini: aiutare a capire gli eventi

La parte più difficile arriva proprio quando devono essere gli adulti, anche loro agitati per la situazione in corso, a tentare di dare una visione ai più piccoli. Cerchiamo qui di dare alcuni consigli rapidi:

  • ascoltare i bambini
  • rispondere alle domande senza censura
  • lasciare spazio alle emozioni, anche al pianto, per confortare in seguito
  • mostrare film, cartoni, racconti che parlano di guerra e dolore con una morale di speranza e, in generale, positiva
  • far capire l’empatia

Come spiegare la guerra ai bambini: far capire l’empatia

Tutti questi passaggi servono per arrivare a un traguardo importante: la trasmissione dell’empatia. Far comprendere ai più piccoli ciò che c’è alla base della pace che tutti giorni vivono, ovvero l’amore e l’empatia verso il prossimo, non solo serve per affrontare in maniera consapevole il discorso sulla guerra.

Serve a crescere un bambino gentile e amorevole, che non usa la violenza per prevalere sul prossimo. Un passo alla volta, un cittadino alla volta, si può costruire un mondo migliore. Si parte da questo, dal concetto di empatia e di vicinanza con chi ha paura e sta soffrendo.

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# Guerra

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