Chi ritiene di aver subito un’ingiustizia può contestare il voto di laurea facendo ricorso al Tar. La guida.
Lo studente che vuole contestare il voto di laurea deve fare ricorso al Tar, dimostrando in giudizio che la commissione esaminatrice ha commesso un eccesso di potere o una ingiustizia manifesta, discostandosi dai criteri di valutazione stabiliti dalla legge e dall’ateneo di appartenenza.
In caso di vittoria, lo studente avrà diritto ad ottenere un voto conforme alla media e alla qualità del progetto di tesi, mentre in caso di mancato accoglimento del ricorso si potrà proporre la questione al Consiglio di Stato.
Attenzione però: contestare il voto di laurea può rivelarsi una procedura lunga e costosa; quindi prima di procedere con il ricorso, consigliamo di valutare le concrete possibilità di vittoria.
Quando si può contestare il voto di laurea?
Contestare il voto di laurea è possibile, sempre che lo studente ritenga di aver subito un’ingiustizia e possa provare in giudizio che la commissione esaminatrice non abbia rispettato le regole stabilite dalla legge e dall’ateneo di appartenenza per l’attribuzione del voto di laurea.
Dunque, quando la commissione non ha tenuto conto dei criteri stabiliti per determinare il voto, lo studente ha il diritto di percorrere le vie legali e chiederne la correzione.
Per contestare il voto di laurea è necessario fare ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale). Si tratta di una pratica lunga e spesso costosa, quindi, prima di intraprendere la via del ricorso, consigliamo di valutare le concrete possibilità di dimostrare l’ingiustizia subita.
Cosa si deve provare?
Per avere maggiori possibilità di vincere il ricorso ed ottenere il riesame del voto di laurea, bisogna dimostrare che la votazione attribuita dalla commissione esaminatrice sia stata ingiusta.
Naturalmente il giudizio sull’ingiustizia del voto deve basarsi su prove oggettive e concretamente valutabili dal giudice. Per esempio:
- errori di calcolo;
- omissione di uno o più voti d’esame nel computo della media;
- mancato riconoscimento dei programmi di scambio internazionale o di attività formative;
- mancata considerazione delle lodi.
Insomma, per contestare il voto di laurea non basta invocare l’ingiusto trattamento della commissione, ma occorre dimostrare un concreto errore, ovvero un scostamento evidente dai criteri di valutazione stabiliti dall’ateneo di appartenenza.
Ricorso al Tar: tempi e motivi per contestare il voto di laurea
Lo studente che vuole rivolgersi al Tar per contestare il voto di laurea deve basare il ricorso su uno di questi due motivi:
- l’eccesso di potere della commissione esaminatrice;
- l’ingiustizia manifesta del voto.
Quindi, per fare in modo che il ricorso abbia concreto fondamento, conviene in ogni caso aspettare la discussione e la proclamazione del voto.
Il ricorso al Tar deve essere presentato entro e non oltre i 60 giorni (compresi i festivi) dalla pubblicazione del voto di laurea, tramite un avvocato amministrativista. Se il Tar adito non accoglie il ricorso, ci si può rivolgere al Consiglio di Stato, che svolge la funzione di II grado di giudizio per la giustizia amministrativa.
Quanto costa contestare il voto di laurea?
Fare ricorso al Tar per contestare il voto di laurea può essere molto costoso in quanto è sempre necessario rivolgersi ad un avvocato specializzato nel processo amministrativo.
La spesa oscilla tra i 3.000 euro agli 8.000 euro. Tuttavia esistono diverse agevolazioni che però variano da Regione a Regione. Pertanto, prima di proporre il ricorso, si consiglia di prendere le dovute informazioni sulle disposizioni vigenti nella Regione in cui ha sede il Tar competente.
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