Controlli green pass: brevettato il certificato con la foto del titolare così da semplificare le verifiche.
C’è un problema legato ai controlli del green pass - normale e rafforzato - visto che generalmente i locali si fermano alla verifica della certificazione verde senza richiedere il documento d’identità al cliente.
Ricordiamo, infatti, che è stato il Garante per la privacy a confermare, rispondendo a un quesito sollevato dalla Regione Piemonte, che i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi possono anche richiedere un documento d’identità agli intestatari del green pass. Una possibilità alla quale tuttavia, per una maggiore celerità nei controlli, si ricorre solamente in casi straordinari.
Limitandosi al semplice controllo del green pass con l’app VerificaC19, nel frattempo aggiornata vista l’introduzione della certificazione “rafforzata”, l’esercente sa solamente se il certificato è valido oppure no. Per sapere se effettivamente quel green pass fa riferimento a chi lo sta presentando, invece, l’unica opzione è quella di richiedere anche un documento d’identità ed effettuare un controllo incrociato.
Una situazione a cui si stanno appigliando diversi furbetti: nelle chat frequentate dai no vax, infatti, vengono messi in vendita anche green pass di altre persone, utilizzati all’oscuro dei veri proprietari. E non manca poi chi si fa prestare il green pass da un amico o da un familiare.
Tutti problemi ai quali si sta cercando di trovare una soluzione.
Controlli green pass: cosa può controllare l’esercente?
Come anticipato, oggi i controlli del green pass - sia quando è l’esercente a richiederlo che quando questi vengono effettuati dalle forze dell’ordine - si limitano perlopiù all’accertamento della validità della certificazione utilizzando l’applicazione VerificaC19.
Da questo controllo si viene a conoscenza solamente di: nome e cognome dell’intestatario del green pass, la sua data di nascita e la validità o meno della certificazione.
Impossibile accertare se la certificazione appartiene davvero a chi la presenta se non facendo un controllo incrociato con un documento d’identità. Ma salvo i casi in cui c’è una notevole incongruenza - si pensi ad esempio a chi utilizza la certificazione di un genitore e quindi l’esercente vedrà che l’età non combacia - questo controllo incrociato non viene fatto visto che comunque richiederebbe più tempo rispetto a quello già dedicato alle verifiche della certificazione.
Serve, dunque, facilitare questo controllo e si sta cercando di capire come.
Come migliorare i controlli del green pass: la foto sul certificato contro i furbetti
La soluzione potrebbe essere quella pensata dalla Healty Instruments di Londra, la quale ha depositato il brevetto per un “visual green pass”. Si tratta di una certificazione con foto del titolare allegata: in questo modo, grazie all’immagine del possessore della certificazione sarà più semplice verificare che non ci sia stato uno scambio d’identità.
Una soluzione auspicata anche dai virologi: ad esempio, Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università statale di Milano, chiede - come riporta Repubblica.it - che ci sia una “maggiore rigorosità nei controlli” per evitare che ci possano essere furbetti che aggirano le regole approfittando delle lacune dell’attuale sistema.
Di visual green pass in Italia ancora non si parla, ma non è da escludere che presto questo possa essere preso in considerazione così da semplificare i controlli. Solo se assieme alla verifica del certificato verrà mostrata una foto - sia sul dispositivo del proprietario che su quello di controllo - si renderà impossibile l’utilizzo improprio del pass.
Utilizzo improprio che, ricordiamo, oggi è sanzionato con una multa che va da un minimo di 400,00€ a un massimo di 1.000,00€.
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