Il nuovo decreto “Io resto a casa” impone la chiusura e delle limitazioni per alcuni negozi in Italia, mentre altri restano aperti fino a una certa ora. Tutte le cose da sapere.
Quali negozi restano chiusi, aperti e fino a che ora? Queste sono alcune delle domande che si pongono gli italiani dopo l’emanazione delle nuove disposizioni urgenti che rendono tutta l’Italia zona rossa (ecco cosa significa)
Da martedì 10 marzo sono previste delle limitazioni anche per alcune attività commerciali in base a quanto sancito dal nuovo decreto “Io resto a casa” firmato dal premier Giuseppe Conte.
Al momento le restrizioni non coinvolgono però tutte le attività commerciali ed alcune sono da intendersi solo per specifici orari o giorni della settimana. Resta in vigore l’obbligo di garantire la distanza minima di sicurezza di un metro all’interno di tutti i negozi.
L’adozione di queste misure ha come obiettivo quello di prevenire un possibile contagio di massa dal coronavirus su tutto il territorio nazionale che potrebbe far intasare gli ospedali e le terapie intensive già duramente messe alla prova dal picco di contagi avvenuti negli scorsi giorni.
Italia “zona rossa”: cosa è chiuso per legge
Il decreto prevede la sospensione di tutte le attività commerciali riguardanti gli aspetti ludici e ricreativi quali:
- pub
- scuole di ballo
- sale giochi
- sale scommesse
- sale bingo
- discoteche
La chiusura di queste attività commerciali è stata dettata dell’esigenza di contenere la diffusione del coronavirus e la loro riapertura è attualmente prevista per il prossimo 3 aprile. Qualora i gestori dovessero violare questa normativa potranno incorrere in gravi sanzioni pecuniarie e rischiare fino a 3 mesi di carcere.
Fino al 3 aprile anche le scuole resteranno chiuse, così come saranno proibiti eventi, manifestazioni e meeting. Anche i centri sportivi e le palestre resteranno chiusi mentre i luoghi di culto subiranno delle limitazioni. Le cerimonie religiose, compresi i funerali, saranno vietate.
Coronavirus: bar chiusi o aperti?
Per i bar e ristoranti non vengono applicate queste normative e potranno svolgere la loro attività seguendo unicamente delle restrizioni, nello specifico dovrà essere garantita la distanza di sicurezza di almeno un metro prevista dal decreto e dovranno abbassare le serrande alle ore 18:00, potranno riaprire solo alle 06:00.
Non sarà dunque vietato concedersi la solita colazione al bar, ma sarà fatto obbligo al gestore di far rispettare la distanza, scaglionare l’ingresso dei clienti al fine di evitare assembramenti all’interno dell’attività e sarà obbligatorio farsi consegnare il cibo o le bevande al tavolo. La consumazione al banco è infatti vietata.
Le regole per mercati e centri commerciali
Il sabato e la domenica le medie e grandi attività di vendita, così come i negozi all’interno dei centri commerciali e i mercati dovranno chiudere in modo da prevenire un possibile affollamento di persone. Questa direttiva non viene applicata per i negozi di generi alimentari e per le parafarmacie e farmacie.
Quali negozi sono aperti senza limitazioni?
All’interno di tutte le attività commerciali sarà fatto obbligo il rispetto della distanza di sicurezza e ad esclusione di quelle sopra citate non sono previste limitazioni per gli altri negozi. In modo particolare i negozi di alimenti e le farmacie non subiranno nessuna limitazione nell’approvvigionamento di merci che continueranno ad essere disponibili.
Nel caso in cui non venissero rispettate le norme contenute all’interno del decreto, le sanzioni saranno a carico del gestore del negozio che potrebbe vedersi sospendere l’attività commerciale.
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