Coronavirus, quanto costerà il vaccino in Italia?

Leonardo Pasquali

18/05/2020

Un vaccino per il coronavirus ancora non c’è e potrebbe non entrare in commercio prima del prossimo anno. Senza accordi internazionali per Paesi come l’Italia costerà molto e non tutti potranno permetterselo.

Coronavirus, quanto costerà il vaccino in Italia?

I centri di ricerca lavorano giorno e notte per trovare un vaccino per il coronavirus, nonostante molti credano che il virus potrebbe sparire anche senza.

Al momento sono diversi i Paesi che ne stanno prenotando scorte, come il Regno Unito e gli Stati Uniti, mentre in Italia potrebbe arrivare più tardi e a un prezzo molto alto.

Senza un impegno importante da parte delle istituzioni europee e senza accordi internazionali i costi per ottenere il vaccino potrebbero subire un’impennata e non tutti sarebbero in grado di permetterselo.

Tra le soluzioni possibili quella della licenza obbligatoria che permetterebbe di diffondere il processo di sviluppo dello stesso, così da poterlo produrre in molte più sedi.

1000 euro per il vaccino

Una dose di vaccino contro il coronavirus in Italia potrebbe venire a costare fino a 1.000 euro. In parole povere, per metterlo a disposizione di tutta la popolazione si dovrebbero spendere almeno 50 miliardi, cifra proibitiva in questa situazione di crisi senza precedenti. È lo scenario dipinto da Silvio Garattini, decano dei farmacologi italiani e fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, nell’intervista rilasciata a Il Messaggero.

Dalle sue parole si evince che senza una strategia di Governo adeguata e preparata per tempo, il nostro Paese potrebbe trovarsi nella situazione in cui non tutti avranno la possibilità di vaccinarsi. L’esecutivo per Garattini dovrebbe mettere a punto un piano insieme alle altre nazioni, tenendo anche conto che dove si stanno sviluppando vaccini sono già arrivati finanziamenti pubblici e privati.

Vaccino: alcuni Paesi lo avranno prima

Uno dei nodi emersi in queste settimane è che molte case farmaceutiche vorrebbero dare priorità a quei Paesi dove i medicinali costano di più e che hanno deciso di spendere di più su una cura, come gli Stati Uniti che hanno già investito centinaia di migliaia di dollari. E il rischio per l’Italia è quello di mettere le mani su una cura forse quando non servirà più o di andare incontro a una spesa praticamente insostenibile.

Tra le ipotesi avanzate da Garattini per ovviare a una situazione del genere quella della licenza obbligatoria. Queste le sue parole in merito:

“Attraverso le contrattazioni internazionali si può imporre una licenza obbligatoria, strada già percorsa in India per il Sofosbuvir, il farmaco anti epatite C, che era disponibile a prezzi eccessivi. L’Europa ha l’occasione di fare qualcosa di unico se vuole che tutti i suoi Paesi abbiano il vaccino”

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