Arriva la nuova normativa sui mercati finanziari europei, la MiFID 2: cos’è e quali cambiamenti aspettarsi?
Tutto il mondo della finanza europea è in fermento attorno la MiFID 2 - un acronimo oscuro ai più che indica però un cambiamento radicale nel mondo in cui vengono scambiate azioni e materie prime e viene gestito il capitale degli investitori.
Le banche e i fondi di gestione patrimoniale in tutta l’UE hanno speso quasi 2 miliardi di euro solamente per prepararsi all’arrivo della nuova normativa.
Per il grande pubblico, tuttavia, la MiFID II rimane una normativa misteriosa: in vigore a partire dal 3 gennaio 2018, calcolando i vari addendum, il suo testo è lungo circa 7.000 pagine. Per dare un’idea più immediata, è cinque volte più lunga del libro “Guerra e Pace” di Tolstoj e decisamente meno leggibile.
Di seguito Money.it offre una guida pratica su cosa è la MiFID 2 e quali cambiamenti sono attesi nell’industria finanziaria europea.
#1 Cos’è la MiFID 2?
Ci sono voluti sette anni per dare forma alla seconda versione della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari proprio a causa della sua ampia portata. Per cominciare, la MiFID II altera il modo in cui viene retribuita l’attività di ricerca sugli investimenti, la modalità in cui vengono documentate le transazioni e il modo in cui i broker condividono le informazioni, trovano i prezzi migliori e si compensano a vicenda.
L’obiettivo principale è quello di portare la luce in alcune aree del mercato che prima erano buie, prediligere la trasparenza e in definitiva trattare l’investitore in modo corretto ed equo in ogni momento.
Le autorità di regolamentazione ritengono che la MiFID 2 proteggerà gli investitori, aumenterà la trasparenza e ricostruirà la fiducia macchiata dalla crisi economica mondiale del 2008. Da mesi l’industria finanziaria è alla ricerca di modi “creativi” per aggirare parte delle nuove regole previste.
#2 Le analisi hanno un costo
I gestori di fondi (i famosi “fund manager”) con la MiFID 2 inizieranno a pagare per la ricerca e la consulenza che utilizzano. Non possono più chiamare gratuitamente il loro analista preferito per una view su quali titoli sono più promettenti o per sapere in che modo l’ultima svolta nei negoziati sulla Brexit influirà sul proprio portafoglio d’investimento. Potrebbero anche non avere più l’accesso ai centinaia di report di ricerca e analisi che da tempo inondano le loro caselle email ogni giorno, a meno che non intendano pagare.
Questo perché la MiFID II obbliga le banche di investimento a fatturare separatamente i servizi di ricerca e quelli di intermediazione per evitare conflitti di interesse. Fino ad ora, il costo dell’attività di ricerca era compreso nelle commissioni che grandi banche come Goldman Sachs o Morgan Stanley applicano per eseguire le operazioni. Ciò ha preoccupato le autorità di regolamentazione perché ha aperto la strada al successo delle banche che offrivano consigli migliori e commissioni elevate, piuttosto che i prezzi migliori, a danno dei clienti.
Poiché i gestori di fondi diventeranno più esigenti con l’avvento della MiFID 2, è prevista una guerra dei prezzi al ribasso per le analisi di mercato nel corso del 2018 e alcuni analisti potrebbero perdere il lavoro.
#3 Più trasparenza sul mercato azionario. Ma come?
La MiFID II si propone di eliminare le cosiddette dark pool. A differenza dei mercati pubblici, come la Borsa di Milano, le dark pool sono mercati privati che consentono agli investitori di acquistare e vendere grossi blocchi di azioni senza rivelare in anticipo la dimensione degli ordini o il prezzo pagato. Persino i regolatori riconoscono che queste svolgono un’importante funzione di mercato.
Supponiamo che un gestore di fondi effettui un grosso ordine su un titolo azionario, ad esempio due milioni di azioni, su una borsa pubblica. Nel vedere l’ordine, i trader specializzati nell’high-frequency, che utilizzano algoritmi per individuare ordini in blocco, potrebbero negoziare contro di loro quasi istantaneamente.
Ma le piazze azionarie si lamentano da anni che troppe negoziazioni avvengono ormai nelle dark pool, privando gli investitori dell’accesso ai prezzi migliori e a commissioni allettanti. Quindi la MiFID II impone dei limiti: solo l’8 percento del volume di qualsiasi titolo può cambiare scambiato in questo modo.
#4 Le vie di uscita studiate dall’industria
L’industria continuerà a fare trading “al buio”? La risposta è Sì. Esistono due strade principali attraverso le quali il trading potrà continuare lontano dallo sguardo del pubblico per ordini troppo piccoli per le dark pool, ma troppo grandi da rischiare di essere battuti in borsa:
Il modo più controverso è chiamato “internalizzatore sistematico”. È il nuovo nome che le banche e le società finanziarie useranno quando compileranno gli ordini di acquisto o di vendita da parte dei propri clienti utilizzando direttamente il proprio capitale.
Alcune piazze pubbliche e altre sedi di negoziazione terranno inoltre delle aste periodiche che celano la dimensione dell’ordine per un titolo azionario fino a quando non si sarà accumulato un volume sufficiente per attivarne la vendita.
#5 Maggiore controllo
I regolatori vogliono essere in grado di individuare i rischi in anticipo e ricostruire rapidamente gli eventi quando accade qualcosa di sospetto. La MiFID II costringerà la comunità degli investitori a tenere sotto controllo quasi tutto. Ad esempio:
- gli istituti devono segnalare immediatamente le informazioni sulla maggior parte delle operazioni, compresi prezzo e volume;
- i trader su asset dell’Unione Europea devono fornire i propri dati sensibili, come ad esempio il codice identificativo del passaporto, a tutti i posti in cui svolgono attività di trading;
- i broker devono sincronizzare i propri orologi e marcare temporalmente tutte le transazioni;
- i trader obbligazionari - per la prima volta - dovranno riferire al mercato le offerte fatte entro 15 minuti dalla loro esecuzione;
- i broker e i gestori dovranno registrare tutte le conversazioni relative ad ogni deal e archiviarle per almeno cinque anni.
#6 Cosa accade dal 3 gennaio 2018 in poi?
L’implementazione della tecnologia necessaria per conformarsi alla MiFID II fa assomigliare il 3 gennaio 2018, giorno di arrivo della nuova normativa, al 1° gennaio 2000 - quando molti temevano che la transizione verso il nuovo secolo avrebbe creato scompiglio nei sistemi informatici di tutto il mondo.
Che si verifichino malfunzionamenti IT o meno, a gennaio si prevede che i volumi di trading scenderanno in tutta Europa mentre tutti si adegueranno al nuovo mondo introdotto dalla MiFID. Data l’enormità dei cambiamenti in ballo, le autorità di regolamentazione non dovrebbero applicare multe alle aziende per non essere pienamente conformi, almeno non all’inizio.
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