Una maglietta con il volto di Putin. È questo il simbolo di protesta con il quale il sindaco di Przemysl ha contesta Salvini. Ecco cosa è successo al leader della Lega in Polonia.
È successo quello che tutti si aspettavano sarebbe accaduto prima o poi. Qualcuno ha ricordato al leader della Lega, Matteo Salvini, che l’“ipocrisia” non paga, che non si può condannare una guerra sostenendo il fautore. Sullo sfondo della guerra russo-ucraina trova quindi spazio anche un episodio simile.
Da qualche ora infatti è ormai virale il video della contestazione a Salvini in Polonia. Oggi - 8 marzo - il leader della Lega si era recato a Przemysl, al confine con l’Ucraina, dove il primo cittadino ha deciso di non accoglierlo in segno di protesta.
Un atto insolente. Non quello di non accogliere Salvini bensì - secondo il sindaco - la visita stessa del leader della Carroccio alla città. La contestazione in realtà non è finita qui e il primo cittadino ha spiegato esattamente i motivi con un gesto oltremodo simbolico. Ecco quindi cosa è successo a Salvini e perché è stato contestato.
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Cosa è successo a Salvini in Polonia?
Contestato dalle istituzioni e insultato da un gruppo di italiani. È questo in breve cosa è successo oggi a Salvini in Polonia. Il primo cittadino di Przemysl, Wojciech Bakun, infatti non deve aver gradito la visita dell’ex vicepremier e lo ha reso chiaro davanti alle telecamere.
Il video, ormai virale, è stato pubblicato sui social dal consigliere Paweł Zastrowski e mostra esattamente cosa è successo durante l’incontro. Giunto nella cittadina, che dista circa 15 chilometri dalla frontiera con l’Ucraina, Salvini è stato accolto dal sindaco Bakun. Fianco a fianco, davanti alle telecamere, il primo cittadino polacco ha voluto ringraziare le molte organizzazioni italiane che sostengono i rifugiati, ma poi ha specificato:
L’iniziativa dell’incontro odierno è nata da Salvini. Stamattina ho ricevuto l’informazione che avrebbe visitato Przemysl. Lo ritengo insolente da parte sua, così ho deciso di regalargli una maglietta con l’immagine del suo amico Putin.
Un gesto che sicuramente deve aver spiazzato lo stesso Salvini. Bakun ha poi continuato il proprio discorso invitando il leader della Lega a visitare un centro con i rifugiati, le “migliaia di vittime di questa guerra. Solo l’ultimo giorno la Polonia ha accolto 150mila rifugiati, di cui solo Przemysl circa 43mila. Salvini si è poi allontanato dalle telecamere accompagnato da alcuni epiteti poco lusinghieri di alcuni concittadini, che hanno urlato parole come “pagliaccio”, “ipocrita” e “buffone”.
Perché Salvini è andato in Polonia?
Salvini sarebbe andato in Polonia per “aiutare rifugiati, bambini e mamme”. Così si è difeso il leader della Lega davanti alla contestazione in pubblica piazza del primo cittadino di Przemysl.
Salvini non ha raccolto quindi la provocazione dicendo di essere andato in Polonia per portare “aiuti e la pace”. Peccato che questo atto è stato interpretato ipocritamente dalle istituzioni della città, ricordando al segretario leghista il sostegno che per anni ha fornito non tanto alla Russia, quanto al suo presidente, Vladimir Putin.
Purtroppo, anche le giustificazioni che ha fornito Salvini non brillano per retorica. Il leader ha infatti ricordato che “tutti hanno incontrato Putin” - Obama, Macron e molti altri - aggiungendo inoltre che sono passati circa 5 anni dalla sua ultima visita in Russia.
Inoltre, in una breve nota diffusa nel tardo pomeriggio di lunedì, la Lega aveva confermato il viaggio di Salvini, parlando di una visita diversa da quelle tradizionali e per questo priva di un programma vero e proprio: un viaggio che deve essere parso ai presenti più per propaganda che altro.
Polonia, chi è il sindaco che ha contestato Salvini?
Davanti a un gesto tanto eclatante e a un video ormai virale, in molti hanno cercato in queste ore di capire chi è il sindaco che ha contestato Salvini.
Wojciech Bakun appartiene a Kukiz’15, un movimento di destra nazionalista e populista, fondato dal musicista punk Pawel Kukiz.
Tra gli obiettivi del movimento di cui fa parte Bakun:
- democrazia diretta;
- abolizione del finanziamento pubblico ai partiti;
- niente IVA su alcuni beni (dalle medicine agli alimenti, fino ai biglietti per i trasporti e l’abbigliamento per i bambini);
- opposizione all’ingresso della Polonia nell’area dell’euro.
Quindi anche la giustificazione di Salvini di non essere interessato alla propaganda di sinistra cade, in quanto il suo primo contestatore arriva proprio da un partito di destra.
Perché l’“amico” di Putin è stato contestato in Polonia: cosa ha detto in passato Salvini?
Una maglietta con il volto di Putin è questo il “dono” che il presidente Bakun ha voluto fare a Matteo Salvini - l’“amico” di Putin come lo ha definito - appena giunto nella sua città Przemysl: un gesto che vale forse più della retorica e di molte parole che sarebbero potute essere state spese in un dialogo.
Con quella maglietta Bakun ha spiegato perché Salvini è stato contestato. Non è stato dimenticato quindi il sostegno dal leader della Lega al presidente russo.
In passato, infatti, Salvini ha sempre manifestato apertamente il suo sostegno a Putin, basti ricordare la celebre foto del 2015 quando, in visita a Mosca, indossava una maglietta simile a quella regalata da Bakun. Nel tweet che accompagnava la foto aveva aggiunto: “Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!”. Ancora non per ultima una frase pronunciata a Mosca nel 2018: “Mi sento più a casa qui che in Europa”.
Forse ricordando questi episodi il leader non potrà dissentire da una semplice constatazione, anche se si vuole “aiutare” e si condanna la guerra, non si può dimenticare chi ha sostenuto il presidente Putin prima di oggi.
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