Svezia e Finlandia in una conferenza congiunta hanno annunciato la loro volontà entrare a far parte della Nato: una notizia che non è stata presa bene dalla Russia, che ha spostato truppe verso il confine finlandese.
La Nato presto potrebbe allargarsi ulteriormente a ridosso dei confini con la Russia. Un mese e mezzo dopo l’inizio della guerra in Ucraina, ad annunciare la volontà di entrare a far parte dell’Alleanza atlantica sono stati Svezia e Finlandia.
In una conferenza stampa congiunta Sanna Marin e Magdalena Andersson, rispettivamente prime ministre di Finlandia e Svezia, confermando le voci che da tempo circolavano a riguardo hanno ammesso che i due Paesi starebbero seriamente pensando di intraprendere il percorso di ingresso nella Nato.
“Non dobbiamo finire come Kiev” hanno dichiarato Marin e Andersson, con Helsinki e Stoccolma che ora in maniera autonoma affronteranno la discussione all’interno dei rispettivi Parlamenti.
Il sentore è che tra i due sia la Finlandia ad avere maggiormente fretta, mentre in Svezia il delicato tema dell’ingresso nella Nato sarà uno degli argomenti della campagna elettorale che culminerà con le elezioni in programma il prossimo 11 settembre.
“Ci sono diversi punti di vista da considerare e lo faremo con attenzione, ma il processo sarà veloce” ha dichiarato invece la premier finlandese Sanna Marin, consapevole che con ogni probabilità le tempistiche della Svezia saranno differenti e più lente.
“Stiamo vedendo come la Russia si comporta in Ucraina - ha sottolineato Marin - Dobbiamo evitarlo in Finlandia. Ci sono rischi sia se aderiamo sia se non aderiamo. Le minacce di attacchi informatici o ibridi vanno considerate”.
Svezia e Finlandia nella Nato? Cosa può cambiare
Il processo di ingresso nella Nato può durare anche un paio di anni e, da quello che si è capito, Finlandia e Svezia potrebbero procedere a velocità differenti nonostante la volontà di intraprendere insieme questo percorso.
Se in Svezia con ogni probabilità si dovrà aspettare l’esito delle elezioni di settembre, Helsinki al contrario potrebbe accelerare i tempi per abbandonare quello status di neutralità, la tanto evocata “finlandizzazione”, che da sempre l’ha contraddistinta.
Del resto la Finlandia deve badare a ben 1.360 km di frontiera con la Russia e in passato, nel 1939, è già stata invasa dall’allora Unione sovietica nella famigerata Guerra d’Inverno.
Lo scenario di una lunga guerra in Ucraina così ha spinto la premier Sanna Marin a fare il primo passo verso la Nato, forte anche dei sondaggi che vorrebbero il 60% dei finlandesi favorevoli a un ingresso nell’Alleanza atlantica.
La Russia però non sembrerebbe aver preso molto bene la notizia della svolta dei due Paesi scandinavi, tanto che si sono registrati dei movimenti di truppe verso i confini finlandesi. Bisogna dire che Helsinki dispone già di un esercito formato da 200.000 uomini ben equipaggiati, ma la protezione della Nato sarebbe ben altra cosa.
La probabile rottura dello status di neutralità potrebbe però innervosire ulteriormente la Russia, che ha invaso l’Ucraina anche come risposta all’allargamento verso i propri confini da parte della Nato.
Duro a riguardo è stato il commento del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: ”Una ulteriore espansione della Nato non porterà più sicurezza nel continente europeo”. Nel caso la Russia “dovrà ribilanciare la situazione prendendo le proprie misure”.
Insomma il possibile ingresso di Finalndia e Svezia nella Nato potrebbe essere ulteriore benzina sul fuoco che, da quasi due mesi, arde in Ucraina e che minaccia di estendersi anche al resto dell’Europa.
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