Cosa succede se Fedez scende in politica

Alessandro Gregori

03/05/2021

Federico Lucia, più noto come Fedez, ha tutto per essere la Next Big Thing della politica italiana: milioni di followers, risposta pronta e capacità di usare i media per i propri fini. Ma visto cosa è successo alle ultime leadership in ascesa e poi in caduta farebbe bene a riflettere molto prima di bere l’amaro calice.

Cosa succede se Fedez scende in politica

Dodici milioni e mezzo di followers su Instagram, due e mezzo su Facebook e altrettanti su Twitter. Federico Lucia in arte Fedez è una potenza mediatica da non sottovalutare. Tanto da far pensare a cosa succederebbe se decidesse di bere l’amaro calice della discesa in politica.

E dopo il concerto del primo maggio non è detto che il marito di Chiara Ferragni non ci stia davvero pensando.

Cosa succede se Fedez scende in politica

Gli ultimi ad accorgersene sono stati la Rai e Matteo Salvini. A viale Mazzini sono finiti nella bufera per il presunto tentativo di censura dell’intervento durante il Concertone. E la metodica utilizzata dal cantante è stata perfetta. Prima ha fatto esporre la società di produzione e la vicedirettrice di Raitre Ilaria Capitani, registrandoli molto probabilmente a loro insaputa. Poi ha parlato sui social, denunciando il tentativo di intimidazione. E quando è arrivata la risposta di viale Mazzini ha pubblicato il video della telefonata, facendo scoppiare un bubbone che ha portato quasi tutta la politica italiana a schierarsi con lui e contro la Rai.

Il Capitano invece è finito in una di quelle trappole da social network dopo l’uscita su Twitter sul Concertone che costerebbe mezzo milione di euro a tutti gli italiani. Per Lucia è stato facilissimo replicare tirando in ballo i 49 milioni della Lega e seppellire i 3186 mi piace ricevuti dal segretario della Lega con quasi cinquantamila apprezzamenti per la sua risposta. Non c’è stata partita. Né poteva esserci, visto che il mezzo è il messaggio - come diceva McLuhan - e tra i due chi sembra un boomer è proprio Salvini.

Ma cosa succede se Fedez decide di scendere in politica, come del resto aveva ipotizzato il Financial Times qualche tempo fa? In primo luogo dovrebbe trovare un partito adatto a lui. Anche se in tempi di deideologizzazione come questi l’approdo più coerente sembra essere il MoVimento 5 Stelle, per il quale del resto ha già scritto un inno. E poi però comincerebbero i problemi.

Il difficile della politica: dalla protesta alla proposta

Perché, come è stato costretto a imparare proprio il M5s negli anni di governo, mentre non è per niente difficile convogliare il consenso attraverso la protesta, è parecchio complicato passare poi alla fase della proposta. I grillini negli anni a Palazzo Chigi hanno dovuto rimangiarsi molti dei loro «no» e cambiare radicalmente politica, pagando il prezzo della realpolitik con un bagno di sangue nei consensi. Tanto che oggi nei sondaggi sono il terzo partito dopo aver stravinto le elezioni 2018 e a ogni tornata elettorale nelle regioni tremano.

Un Fedez leader di un partito politico, magari con una Chiara Ferragni al suo fianco come first lady sulla falsariga di Michelle Obama, avrebbe ben pochi ostacoli davanti a sé per fermare un’irresistibile ascesa. Come del resto è successo a tutti i giovani leader che in questi anni si sono presentati come Il Nuovo che Avanzava e hanno conquistato in brevissimo tempo l’elettorato italiano. Matteo Renzi, per esempio, che è riuscito ad arrivare a Palazzo Chigi dopo appena due candidature alle primarie con il Partito Democratico e senza aver mai vinto le elezioni politiche in vita sua. O Luigi Di Maio, che ha portato il suo partito alla grande vittoria del 2018 facendo portare a casa al M5s più voti delle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra. Oppure Matteo Salvini, che in meno di un anno di governo con il M5s è riuscito a «rubare» consenso al partito con cui si era alleato e ha vinto a spasso le elezioni europee del 2019.

Poi però a ciascuno di questi leader è successo qualcosa. Sette anni dopo essere arrivato a Palazzo Chigi, Renzi si ritrova fuori dal Pd e leader di un partito che fatica ad arrivare nei sondaggi a percentuali che superano l’errore statistico. Di Maio ha dovuto lasciare a Giuseppe Conte la guida del MoVimento 5 Stelle che oggi appare dimezzato, se non peggio, nelle preferenze degli elettori. E Salvini dopo il suicidio politico della crisi del Papeete non sembra più l’astro nascente del centrodestra e ha dovuto passare il testimone a Giorgia Meloni.

Che accade quando la politica si scontra con la realtà

Tutte e tre le leadership hanno qualcosa in comune sia nell’ascesa che nella caduta. Hanno generato nei confronti dell’elettorato di riferimento una grande aspettativa nel momento della salita. E la caduta è coincisa con l’impossibilità, o a volte l’incapacità, di mantenere queste aspettative. Una cosa che succede spesso quando la politica si scontra con la realtà. E un destino a cui potrebbe essere accomunato anche il «politico» Fedez. D’altro canto va sempre ricordato che essere famosi su Facebook è come essere ricchi a Monopoli: la realtà è sempre un’altra cosa.

«Nella lista delle cose che io e mia moglie abbiamo da fare, scendere in politica arriva subito dopo diventare campioni professionisti di cricket e imparare a fare nuoto sincronizzato», ha risposto Fedez il mese scorso quando il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha malignamente adombrato l’intenzione di una discesa in campo «di coppia» per il Ferragnez.

Vista come è andata per gli altri leader, forse alla fine il cricket non è poi così male.

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