Covid Russia: morti e vaccini, quali i veri numeri? I dubbi sui dati del Cremlino

Alessandro Cipolla

04/01/2021

In Russia ci sarebbero forti dubbi sui reali numeri dei morti a causa del Covid, ma anche sulla campagna dei vaccini c’è il sospetto che i dati snocciolati dal Cremlino non siano veritieri.

Covid Russia: morti e vaccini, quali i veri numeri? I dubbi sui dati del Cremlino

Qual è la reale situazione in Russia sul fronte coronavirus? I dati ufficiali parlano di 800.000 persone vaccinate allo scorso 2 gennaio, 3,2 milioni di casi totali registrati dall’inizio della pandemia e 58.203 morti.

Ci sono però diversi dubbi sulla veridicità di questi numeri: i morti in verità a causa del Covid potrebbero essere molti di più, mentre le dosi di Sputnik V finora somministrate alla popolazione meno di quanto annunciato.

Nei giorni scorsi infatti l’istituto di statistica Rosstat ha riferito, nel suo consueto report, di un eccesso di mortalità in Russia tra gennaio e novembre 2020 di 229.700 decessi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Di questo maggior numero di morti oltre l’81% sarebbe dovuto al Covid, con i decessi legati alla pandemia che sarebbero quasi tre volte superiori ai dati forniti da Mosca: circa 186.000 di cui 26.000 solo nel mese di novembre.

Questo ricalcolo è dovuto a una direttiva dell’Oms della scorsa primavera, dove veniva specificato che vanno inclusi nel conto anche i morti con sintomi compatibili col Covid e non solo quelli certificati con un tampone.

Quanti vaccini in Russia?

Se i morti ufficiali sarebbero in realtà molti di più secondo l’istituto di statistica Rosstat, al contrario le persone vaccinate in Russia al Covid sarebbero un numero inferiore rispetto a quanto finora comunicato dal Cremlino.

Il ministro della Sanità Mikhail Murashko ha infatti dichiarato che finora nel Paese sono stati somministrati 800.000 vaccini, ponendo così Mosca in scia del Regno Unito che ne ha fatti 900.000 e non a distanza siderale dagli Usa che hanno superato i 4,2 milioni.

In Russia però il balzo sarebbe avvenuto di colpo negli ultimi giorni, con un milione di dosi che sarebbero stati distribuite sotto le feste in tutto lo sconfinato Paese.

Il sindaco di Mosca dove c’è ampia disponibilità di vaccino, ha però dichiarato che nella sua città sono solo 52.000 le persone che si sono vaccinate al Covid.

Sempre a Mosca, sarebbero solo 100.000 su una popolazione totale di oltre 12,5 milioni i cittadini che avrebbero effettuato la prenotazione per ricevere il vaccino: numeri peggiori nelle altre principali città russe, con 6.000 prenotati a San Pietroburgo e 2.000 a Ekaterinburg.

Il problema sarebbe la scarsa volontà di vaccinarsi da parte della popolazione, che non si fiderebbe dello Sputnik V: stando a un sondaggio, il 60% dei cittadini non è propenso a sottoporsi alla somministrazione.

Restare indietro nella partita dei vaccini potrebbe però essere un problema non da poco per la Russia: con gli Stati Uniti ormai avviati e l’Europa pronta ad accelerare, raggiungere l’immunità di gregge in ritardo rispetto ai competitor occidentali sarebbe un duro colpo per l’economia, oltre che un autentico smacco per il Cremlino.

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