Per curare il coronavirus potrebbero arrivare tre nuovi farmaci. Ecco quali sono e come funzionano.
Potrebbero arrivare dei nuovi farmaci efficaci contro il coronavirus. La possibilità di prendere una pillola dopo aver scoperto di essere positivi al Covid sembra essere ancora lontana, ma gli scienziati non si arrendono e continuano a lavorare per riuscire a trovare una terapia efficace. Uno dei principali problemi tuttavia è che il virus è in continua a mutare, e dunque trovare un medicinale che colpisca una fase della riproduzione virale senza danneggiare il nostro organismo non è facile.
Anche il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale nell’infezione, infatti possono passare pochi giorni o anche due settimane prima che i processi immunitari si attivino. Massimo Galli ordinario di Malattie infettive dell’Università di Milano e primario del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco, precisa, come riportato dal Sole 24 Ore, che “pazienti devono avere infezioni confermate, ma se stanno già sperimentando gravi sintomi di Covid-19, potrebbero essere troppo lontani per trarne beneficio”. Ma vediamo quali sono e come funzionano i nuovi medicinali che si apprestano ad essere studiati.
Covid, in arrivo tre nuovi farmaci
La prima proposta arriva da Msd, una casa farmaceutica che a breve dovrebbe presentare i dati di una terapia orale simile a quella del Remdesivir. Al momento è in corso il reclutamento di circa 3mila pazienti, sia ospedalizzati che non, per testare se il farmaco, chiamato Molnupiravir, riesca ad impedire ai pazienti di sviluppare forme gravi della malattia.
Il secondo farmaco invece potrebbe arrivare da Atea Pharmaceuticals, che è al lavoro per produrre l’AT-527, un preparato che dovrebbe andare a colpire un enzima responsabile della replicazione virale attraverso un funzionamento simile alla terapia utilizzata per il trattamento dell’epatite C.
L’ultima nuova promesse dovrebbe arrivare da Pfizer, che già lo scorso mese ha avviato il primo studio clinico. In questo caso il medicinale andrebbe a colpire il fulcro del processo di replicazione del virus, ovvero l’enzima 3CL, che è uno dei due specifici per tutti i coronavirus. Nel caso in cui il progetto di Pfizer dovesse funzionare si potrebbe avere un medicina in grado non solo di frenare il Sars-CoV-2, ma anche i possibili futuri virus pandemici.
Speranze anche per il Baricitinib
Un nuovo studio ha scoperto che anche il Baricitinib, un antinfiammatorio orale, è in grado di ridurre la mortalità per Covid-19. Galli fa sapere che “nei pazienti Covid ricoverati in ospedale Baricitinib, in aggiunta allo standard di cura con corticosteroidi e Remdesivir, ha portato a una riduzione del 38% della mortalità”.
“Lo studio, che non ha raggiunto la significatività statistica sull’endpoint primario (ovvero progressione verso la ventilazione non invasiva o la ventilazione meccanica o morte), ha invece evidenziato una riduzione significativa della mortalità per qualsiasi causa entro il 28esimo giorno tra i pazienti trattati con 4 mg giornalieri di questo farmaco, più lo standard di cura, compresi corticosteroidi e Remdesivir. Un risultato netto a cui speriamo di contribuire presto con un ampio studio italiano, a cui parteciperanno una trentina di centri, e che dovrebbe partire entro una settimana, massimo dieci giorni”, conclude l’esperto.
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