Si lavora ad una nuova stretta: le ipotesi formulate in queste ore verranno smentite o confermato dal Governo con la cabina di regia del 23 dicembre.
Si predispone il terreno per una possibile serie di limitazioni da reintrodurre nel periodo festivo; il Governo sta passando in rassegna tutte le possibili disposizioni da rendere effettive a partire dal 26 dicembre.
Il weekend natalizio potrebbe essere salvo ma giovedì 23, con la cabina di regia presieduta dal premier Draghi, si comunicherà al Paese lo stato del contagio e le conseguenti norme da adottare per mantenere alta la guardia e il contenimento della variante della Sars-CoV-2 in circolazione.
Per il momento si presentano alla popolazione svariate ipotesi operative ed è bene conoscerle per capire a cosa si andrà incontro nelle prossime settimane. I punti salienti da considerare sono quattro. Ve li illustriamo nel dettaglio.
Su cosa si baserà la valutazione del Governo
Un po’ di contesto; le decisioni della cabina di regia saranno prese attenendosi ad uno studio significativo che verrà condotto nei prossimi giorni. In particolare si inizia a sentir parlare della nuova indagine rapida (flash-survey) condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute che servirà a stimare la prevalenza della variante Omicron in Italia.
La data stabilita per questa procedura è quella lunedì 20 dicembre e sarà realizzata sottoponendo a sequenziamento un numero di campioni statisticamente significativo raccolto in un determinato giorno in modo tale da restituire una «fotografia» della prevalenza delle varianti e stimare anche la prevalenza della variante Omicron in Italia.
L’Iss ha commentato questa intenzione con una nota del 18 dicembre in cui si evidenzia come, grazie alle segnalazioni della rete di oltre 70 laboratori regionali coordinata dall’Iss, siano salite a 84 le sequenze della variante Omicron analizzate. Oggi sono depositate nella piattaforma ICoGen e tramite il confronto con le informazioni presenti in questo database è stata riscontrato un picco di forte crescita (fino a poco tempo fa i casi erano 55).
Ad oggi inoltre, stando alle dichiarazioni dell’ente, la maggior parte delle segnalazioni (aggiornate alle ore 9 del 18 dicembre) «è arrivata da Lombardia (33) e Campania (20, di cui 7 legate al ‘caso indice’ di fine novembre), mentre in generale la variante è segnalata in 13 regioni (Lazio 8, Puglia 7, Veneto 5, Piemonte e Emilia Romagna 2, Abruzzo, Calabria, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana 1) e 1 PA (Bolzano,1)».
Come spiegato da Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, la crescita del numero dei casi depositati testimonia l’efficienza della rete di monitoraggio della natura virale in circolazione ma anche come ricorrere alla terza dose e usare la mascherina quando indicato siano i soli strumenti a nostra disposizione per ridurre al minimo la diffusione del virus.
Cosa potrebbe cambiare dopo la cabina di regia: 4 misure probabili
I numeri quindi che verranno valutati per predisporre eventuali nuove misure che, al momento, sembrano piuttosto circoscritte e totalmente in linea con la progressione delle strette a cui siamo stati abituati dall’arrivo dei vaccini.
Le ipotesi sul tavolo sono prevalentemente quattro:
- obbligo generalizzato di mascherina all’aperto anche in zona bianca;
- obbligo di un tampone per alcuni luoghi aperti al pubblico molto affollati;
- riduzione dei tempi di durata del Green pass a cinque mesi;
- estensione dell’obbligo vaccinale ad alcune categorie professionali.
Riguardo la prima norma, per ora in vigore dalla zona gialla in su, possiamo soltanto dire come in realtà sia già stata adottata da comuni e piccole realtà territoriali nonostante l’assenza di una imposizione oggettiva. In molti considerano questo il primo approccio soft capace di avere un effettivo riscontro a parità dell’assenza di limitazioni eccessive per i cittadini.
Guardando invece al secondo punto dell’elenco la proposta si fa più articolata e discutibile per alcuni termini della sua formulazione. L’idea di chiedere un tampone, oltre al Green pass, per accedere a locali al chiuso particolarmente affollati come le discoteche, dovrebbe infatti essere oggetto di considerazioni ulteriori nel caso in cui si vada oltre il caso specifico dei club.
La proposta che andrà attenzionata con occhio critico è quella del coordinatore del Cts, Franco Locatelli che, nei giorni scorsi, proponeva di adottare la stessa soluzione per teatri e cinema. I dubbi nascono quindi in merito alle conseguenze di tale mossa che ricadrebbero sui gestori delle varie attività già in difficoltà. Nonostante ciò i quesiti potranno essere sciolti solo quando verrà emesso un verdetto ufficiale.
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