Covid, i positivi asintomatici potranno uscire: cosa sta per succedere e quando

Luna Luciano

2 Febbraio 2022 - 00:05

Gli asintomatici potrebbero uscire di casa senza doversi chiudere in quarantena. È questa una delle ultime ipotesi di cui si discute da giorni. Ecco cosa sta per succedere e quando.

Covid, i positivi asintomatici potranno uscire: cosa sta per succedere e quando

Nessun isolamento per gli asintomatici positivi al Covid-19. Non è ancora successo ma potrebbe. È una delle ipotesi portate avanti per un processo di normalizzazione, che condurrà l’Italia a convivere con il virus.

Fino a qualche settimana fa con l’aumento rapido dei casi un’ipotesi di questo tipo non sarebbe stata neppure menzionata o presentata; ieri invece il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha deciso di presentare la questione sul tavolo di lavoro. Un’idea che è stata già attuata dal Sudafrica: il positivo senza sintomi non deve più isolarsi. Anche l’Italia in realtà si sta dirigendo in quella direzione, basti pensare alle nuove norme che impone a chi ha ricevuto la dose booster di poter uscire di casa anche se contatto stretto di un positivo, purché indossi per 10 giorni la mascherina FFP2. Un primo segnale, ancora forse un po’ debole, per avviarsi verso una stagione di apertura e convivenza con il virus Sars-CoV-2.

Tuttavia una misura come quella della fine della quarantena per gli asintomatici potrebbe essere vicina. Ecco quando e tutto quello che c’è da sapere sulla proposta.

Nessuna isolamento per gli asintomatici: quando potrebbe accadere

Nessun isolamento per gli asintomatici. È stata questa la proposta del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Un’ipotesi che non è stata respinta ma accolta con riserva. Impensabile attuarlo dalla prossima settimana ma potrebbe essere emanata da un nuovo decreto per l’estate.

La prospettiva è proprio questa: arrivare in estate a una gestione completamente diversa del Sars-CoV-2, arrivando alla normalizzazione e convivenza con il virus. La fine dell’isolamento per gli asintomatici potrebbe quindi avvenire in estate. Per il momento l’entourage del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha voluto fare alcune precisazioni: a oggi non ci sono ancora le condizioni per una scelta di questo tipo. “Serve ancora prudenza e non è pensabile che un positivo non si isoli”. Lo stesso Sileri ha voluto precisare che nella fase delicata di transizione in cui si trova l’Italia l’isolamento dei positivi rimane fondamentale.

Nessun isolamento per gli asintomatici: le previsioni degli esperti

La fine dell’isolamento per gli asintomatici non avverrà domani ma potrebbe avvenire nel giro di pochi mesi. È lo stesso Sileri che, dopo aver chiarito che per adesso l’isolamento è fondamentale in questa di transizione, ha affermato:

Credo che entro poche settimane, sulla base dell’andamento dei dati e delle indicazioni che ci verranno dagli enti internazionali come il Centro europeo per il controllo delle malattie Ecdc, - queste valutazioni potranno essere fatte.

Se la situazione dovesse quindi migliorare in modo sostanziale, si potrebbe finalmente giungere all’avvio del processo di normalizzazione, in linea con la prospettiva indicata da Sileri: gestione meno stretta della pandemia. Sulla questione arriva anche il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’Università del Salento: “Non c’è dubbio che in prospettiva si arriverà a questo. Fino a oggi abbiamo avuto una gestione molto prudente (giustamente) della pandemia, ma anche in qualche modo paternalistica”.

Nessun isolamento per gli asintomatici? Sì ma responsabilizzandoli

È proprio sulla gestione paternalistica della crisi che Lopalco insiste guardando a cosa sta accadendo invece in Europa. Altri paesi del Nord Europa avrebbero infatti responsabilizzato maggiormente la popolazione, ma questo non ha condotto sempre ai risultati sperati. Anzi.

Io immagino che si possa vedere un futuro prossimo in cui a un positivo asintomatico non si impone l’isolamento, però gli si chiede di rispettare alcune misure come indossare le mascherine o non avere contatti con una persona fragile.

Lopalco quindi indica una via per la normalizzazione che implichi comunque delle norme da rispettare per garantire la protezione delle categorie più fragili. Anche il professor Fabrizio Pregliasco, dell’Università Statale di Milano, si è speso sulla questione di una maggiore libertà per i positivi asintomatici: con il rallentare del virus e una flessione in negativo della curva epidemiologica, con un tasso d’incidenza minore a oggi, la possibilità di lasciare liberi e senza isolamento gli asintomatici potrebbe essere presa in considerazione. Per Pregliasco infatti questa è “l’unica via per affrontare la gestione di un virus che diventerà endemico e con una manifestazione stagionale”. Al contempo sarà necessaria una maggiore responsabilizzazione a livello individuale poiché il rischio di trasmettere l’infezione non sarà di certo eliminato, anzi.

Più prudenti invece è stato il professor Massimo Galli, già primario di Malattie infettive al Sacco di Milano in quanto un asintomatico trasmette comunque il virus. Dello stesso parere è anche Massimo Andreoni, primario di Malattie infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma che pensa ovviamente alle categorie più fragili e ai soggetti a rischio che non possono essere vaccinati.

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