Mentre la pandemia arretra, ma non è sparita, ci si interroga sul ruolo della vaccinazione. Un nuovo studio afferma che un contagiato con vaccino è meno infettivo di un positivo senza: il motivo.
La variante Delta è ancora predominante nella diffusione del virus a livello mondiale. Per questo, continuano a levarsi dubbi sull’efficacia reale della vaccinazione nello stoppare il passaggio del virus.
Nel giorno in cui gli USA raggiungono il triste traguardo di 700.000 vittime per Covid, tra la disinformazione e le incertezze sul vaccino ancora troppo diffuse nella popolazione, uno studio preliminare chiarisce il peso del vaccino sulla trasmissione della malattia.
I dati scientifici provengono dall’Inghilterra e cercano di dare risposte alla domanda: quanto un positivo vaccinato può contagiare? E, soprattutto, la sua capacità di infettare è la stessa di chi non ha il vaccino?
Positivi al Covid, ma vaccinati: quanto infettano?
Lo studio scientifico è dell’Università di Oxford. La sua pubblicazione è ancora una prestampa ma i risultati sembrano in questa direzione: i positivi vaccinati e quelli senza iniezione non sono uguali e non trasmettono allo stesso modo il virus.
Un ragionamento che sembrerebbe già così ovvio. Tuttavia, considerando il peso dei no vax nel mondo - spesso supportati da teorie davvero lontane dall’evidenza scientifica - le prove di studiosi e medici sono fondamentali.
I dati sono stati raccolti da un’osservazione retrospettiva su positivi al Covid infettati per primi in un focolaio, prendendo in esame i tamponi eseguiti in Inghilterra tra nel periodo 2 gennaio-2 agosto 2021.
Innanzitutto è emerso che i positivi vaccinati sia con Pfizer che con AstraZeneca e contagiati dalla variante Delta hanno ridotto in modo importante la trasmissione del virus a persone associate.
Non solo, dallo studio di Oxford è stato riscontrato che occorre distinguere tra carica virale e capacità di contagiare.
Nello specifico, la carica virale di positivi con variante Delta, sia vaccinati che non, è risultata spesso allo stesso livello. A cambiare, però, è stata la capacità di trasmettere il Covid ad altre persone.
In altre parole, la protezione del vaccino ha inciso sulla minore probabilità di infettare gli altri. Lo studio ha spiegato al riguardo: “è possibile che la vaccinazione faciliti una più rapida eliminazione dei virioni infettivi vitali, lasciando dietro di sé virioni inefficaci e danneggiati che però contengono ancora RNA rilevabile tramite PCR (tampone molecolare).”
In definitiva, secondo gli esperti di questa ricerca, la carica virale alta anche in chi ha ricevuto il vaccino, non è un fattore così rilevante per capire quanto la persona sia infettiva.
Il non vaccinato positivo infetta con molta maggiore probabilità i suoi contatti rispetto a chi ha ricevuto la doppia dose di siero.
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